CONCORSO OGGI MILAZZO IN CLASSE / ITET LEONARDO DA VINCI.Vivendo in una città di piccole dimensioni è facile annoiarsi, ed è semplice soffermarsi sui difetti invece che sui pregi. Questo è il caso di Milazzo. Il problema di questa città è che non offre particolari iniziative, volte alla promozione sociale e culturale della sua popolazione, specialmente dei suoi giovani. È tutto così monotono, come se ci trovassimo in un loop destinato a non finire.
Le uniche attività da svolgere nel tempo libero sono le passeggiate nel centro della città e il solito girovagare per il centro commerciale. Sicuramente si tratta di momenti piacevoli, ma che a lungo termine finiscono per annoiare chiunque abiti qui. Uno dei più grandi disagi, a mio avviso, è che a nessuno sembri importare realmente, nessuno si preoccupa per il bene della città.
Non ci sono cambiamenti, nuove idee, occasioni per i divertimenti, fatti interessanti su cui parlare ma solo continui argomenti negativi su cui discutere. La città è sempre uguale, cambiano solo i suoi tratti e il suo volto in base alla stagione in cui ci troviamo.
Ci lamentiamo spesso di essere troppo dipendenti dai cellulari, e dunque di non coltivare l’attenzione e l’amore verso tutto ciò che ci circonda e che può animare le nostre vite, ma cosa potremmo fare? Con cosa dovremmo interagire, se è come se fossimo da soli in un immenso deserto, sospesi in un Purgatorio dantesco. È spiacevole, e dopo un po’ diventa persino straziante vivere in questa favola senza peripezie, né colpi di scena.

Noi giovani siamo divisi in due categorie: ci sono i ragazzi definiti più tranquilli e “noiosi” che si sentono oppressi da questa monotonia e come conseguenza preferiscono passare le loro giornate ad osservare l’impassibilità dell’ambiente esterno rimanendo in silenzio e aspettando che qualcuno rompa il cerchio. Al contrario ci sono quei ragazzi più esuberanti, etichettati come tutti uguali e come la rovina della società.

La verità è una: siamo tutti uguali. L’unica differenza sta nel diverso modo con cui si reagisce a una condizione percepita come snervante. Per cambiarla o almeno attenuarla, chi può agire, dovrebbe iniziare a fare qualcosa, proporre qualche idea. Noi rappresentiamo il futuro, dobbiamo essere ascoltati, incoraggiati, sostenuti e supportati.
Non sono mai stata troppo socievole, non ho mai voluto instaurare troppe amicizie. Sono sempre rimasta “nascosta” ma adesso più che mai mi sento chiusa in una palla di vetro. Sono pronta a scappare, lasciandomi indietro un luogo che non riconosco come casa. Guardando i miei coetanei, tutti differenti tra loro, rivedo me stessa. Siamo tutti diversi ma allo stesso tempo così uguali, accomunati tutti dalla voglia di vivere, di sperimentare, di conoscere e di sognare.

Laura Giordano II B TUR

ITET Leonardo Da Vinci