COMUNICATO STAMPA. I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina stanno eseguendo un decreto di sequestro emesso dal Tribunale di Messina – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica peloritana, relativo al patrimonio societario, mobiliare ed immobiliare, per un valore stimato di oltre un milione di euro, riconducibile a Sebastiano Puliafito, noto esponente dell’associazione mafiosa denominata “clan dei barcellonesi”, diretta propaggine di “Cosa Nostra” siciliana.

Sulla base delle risultanze investigative, Puliafito colpito dal provvedimento, ex appartenente alla polizia penitenziaria ed ex gestore di note discoteche situate nel territorio di Milazzo (Epic, ndr), si è reso protagonista di numerosi precedenti giudiziari: da ultimo, nel luglio scorso, a seguito delle indagini di cui all’operazione “Dinastia”, è stato riconosciuto responsabile dei delitti di associazione a delinquere di stampo mafioso e di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, con una condanna, in abbreviato, che dovrà comunque trovare conferma nelle successive fasi giudiziarie, a 20 anni di carcere.

L’operazione richiamata rappresenta uno sviluppo della incessante manovra di contrasto coordinata dalla Procura Distrettuale di Messina nei confronti della famiglia mafiosa barcellonese, la cui esistenza e operatività è stata negli anni accertata con varie sentenze all’esito di numerosi procedimenti penali (Mare Nostrum, Icaro, Eris, Vivaio, Pozzo, Gotha, ecc..) che l’hanno decimata con l’arresto e la condanna di capi storici e gregari; in particolare, le indagini hanno dimostrato che i più autorevoli rappresentanti della consorteria ancora in libertà decisero di mettere le mani sul controllo del traffico delle sostanze stupefacenti, allo scopo di integrare gli introiti dell’attività estorsiva, che in quel periodo si era rivelata particolarmente rischiosa e poco remunerativa.

L’esame del provvedimento giudiziario, emesso al luglio del 2021, non ancora definitivo, è comunque illuminante rispetto alla relativa caratura criminale, lì dove ne viene attestato, sin dagli anni ’90 e almeno fino al 2015, il ruolo di esponente del sodalizio mafioso denominato “clan dei barcellonesi”, attivo nel territorio di Barcellona Pozzo di Gotto e nei comuni limitrofi, diretta propaggine di Cosa Nostra siciliana, storicamente radicata su quei territori.

Alla luce di tali evidenze, che dovranno comunque trovare conferma nelle prossime udienze camerali e nei successivi gradi di giudizio, con l’odierno provvedimento, il Tribunale di Messina – Sezione Misure di Prevenzione, valorizzando le molteplici risultanze agli atti della Distrettuale Antimafia di Messina, da un lato ne ha riconosciuto il profilo di “pericolosità sociale qualificata”, dall’altro, sulla scorta degli approfondimenti economico-patrimoniali condotti dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Milazzo, in sinergia con gli specialisti del G.I.C.O. di Messina, ha rilevato l’esistenza, secondo ipotesi d’accusa, di disponibilità di beni in misura sproporzionata rispetto ai redditi lecitamente dichiarati, concludendo come lo stesso “sulla scorta del tenore di vita e delle condotte illecite reiteratamente tenute, avuto riguardo agli elementi reddituali e di fatto, viva abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose”.

In particolare, dagli accertamenti economico patrimoniali svolti, fatte salve successive valutazioni all’esito del contraddittorio con la difesa, è emerso un quadro incoerente relativamente al periodo 2008 – 2011, sperequato rispetto alla capacità reddituale, riscontrando uscite, per contratti di leasing accesi dal proposto, superiori rispetto al reddito dichiarato.

Nel corso dell’attività, sono stati quindi cautelati ed affidati ad un amministratore giudiziario nr. 2 compendi aziendali, comprensivi dei relativi beni patrimoniali, attivi nel settore del “noleggio autoveicoli ed attrezzature per lavori edili”, nonché nr. 3 immobili, siti nel Comune di Milazzo, nr. 14 autoveicoli e nr. 4 rapporti finanziari, per un valore complessivo di stima pari a oltre un milione di euro.

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Coppolone grosso
Coppolone grosso
2 anni fa

Devono arrestare tutti e sequestrare tutto

cat
cat
2 anni fa

i nomi e i cognomi solo per i poveri cristi che si addormentano un secondo a lavoro o rubano per sbaglio una graffetta? quante lapidazioni sono state fatte su cavolate e quanta omertà per chi si è sbranato l’economia di una città, lasciando solo macerie? vergogna!

Mimmo 2
Mimmo 2
2 anni fa

Il giornalismo che sconcica solo chi sta antipatico …. neppure il nome delle discoteche. Se era una dichiarazione dei redditi di un consigliere comunale il centesimo, qui non posso sapere il nome delle discoteche e se è quella in cui va mia figlia

Due più due fa quattro
Due più due fa quattro
2 anni fa
Reply to  Mimmo 2

“Note discoteche”, in queste due parole c’è tutto ciò che volete sapere. Il plurale vuol dire che è più di una: conoscete più di due discoteche note a Milazzo? Minchia, ci vuole tanto a capire? E visto che aprono dopo la mezzanotte, i figli, specie se minorenni, non è raccomandabile mandarceli.

Carmelo
Carmelo
2 anni fa

Se non fate i nomi risparmiatevi l’articolo , comunque è scritto su tempo stretto. Complimenti per il coraggio

Onesto
Onesto
2 anni fa

Volete sapere troppo