Realizzare mascherine riutilizzabili con le stampanti 3D da donare agli ospedali della provincia di Messina, a cominciare dal Fogliani di Milazzo, impegnati nella lotta al coronavirus. La proposta è del messinese Giovanni Bombaci, 44 anni, che oggi ha preso contatti con l’ospedale Fogliani per presentare la sua idea e far “testare” il modello di mascherina chirurgica dalla struttura riciclabile risultata compatibile con i protocolli medici. Tramite Oggi Milazzo chiede l’aiuto di tutti coloro che posseggono questo tipo di tecnologia ormai molto diffusa.

Bombaci è un tecnico video che lavora da esterno per teatri e discoteche, in questi giorni di blocco delle attività, invece di piangersi addosso per l’assenza di lavoro ha deciso di fare qualcosa per la comunità. Così su un sito mondiale dedicato agli appassionati di stampanti 3D come lui ha trovato il progetto di una mascherina sul modello di quelle utilizzate in Cina per fare fronte all’emergenza (si può scaricare QUI il modello aggiornato quotidianamente). E ne ha stampato dei modelli con piccole modifiche migliorative da lui ideate per donarle alle strutture sanitarie locali che soffrono per l’assenza di prodotto sul mercato. A dire il vero con non pochi problemi visto che contattare l’Asp 5 di Messina e il suo direttore generale Paolo La Paglia è stato impossibile nonostante vari tentativi.

«Naturalmente da solo non posso stamparne più di un piccolo quantitativo – spiega ad Oggi Milazzo – e in questo momento le aziende specializzate che possono sfruttare il progetto in mio possesso hanno difficoltà o presentano preventivi esosi. Ho pensato, dunque, che si potrebbe creare una sorta di catena solidale. Se tutti coloro che posseggono una stampante 3d domestica tra Messina e Milazzo riuscissero a stamparne 5 al giorno, in poco tempo si potrebbero donare agli ospedali come quello di Milazzo che per primo ha dato disponibilità». La direzione sanitaria guidata dal dottore Paolo Cardia ha plaudito all’iniziativa e intende sostenerla. Chi volesse aderire può collegarsi QUI. A breve inoltre sarà attivo il forum www.openmasksicilia.it

«La cosa interessante di queste mascherine è che sono riutilizzabili. Si sostituisce il filtro ma la struttura si può riutilizzare: basta lavarla e sterilizzarla. Tra l’altro hanno un costo irrisorio: con 22 euro si acquista un chilo di plastica (quelle idonee solo la PLA a base di mais o la Pet G utilizzata per avvolgere i generi alimentari) e una mascherina pesa appena 43 grammi», conclude.

A contattarlo è stata anche una dottoressa dell’ospedale di Massa Carrara, Vanessa Raffa (originaria di Messina) che con il passa parola è riuscita a conoscenza dell’iniziativa di Bombaci e sta lavorando con la sua direzione sanitaria per realizzare i modelli.