Si è tenuto venerdì scorso l’incontro in Sicindustria tra i vertici di A2A e le organizzazioni sindacali in merito al mancato ritorno in impianto dei 14 operai – appartenenti all’indotto metalmeccanico – licenziati nel corso del 2019 e su cui si è avviata una mobilitazione che ha portato, in Prefettura, ad un impegno tra le parti
relativo al governo dei flussi occupazionali.

A distanza di mesi, le imprese appaltatrici dei lavori di manutenzione dell’impianto non hanno assorbito il personale in forza alle imprese uscenti e con alle spalle diversi anni di lavoro e di esperienza.

«La riduzione degli investimenti della committente e il calo di produzione di energia elettrica non giustificano l’esclusione di lavoratori a fronte comunque dei notevoli ricavi che la centrale elettrica di San Filippo garantisce al gruppo lombardo», tuonano Fim Cisl, Fiom Cgil, e Uilm Uil.

Fim, Fiom e Uilm, nel considerare questa fase di confronto «assolutamente inadeguata alle esigenze espresse dalla condizione materiale dei lavoratori», ritengono necessario rilanciare la mobilitazione, a difesa dei lavoratori licenziati, «per la responsabilità sociale dell’impresa e per lo sviluppo del territorio che non può essere privato di nessun posto di lavoro».

«I lavoratori dell’indotto si riuniranno in assemblea nei prossimi giorni per definire le modalità delle nuove iniziative di lotta», assicurano.