Italia Nostra sta preparando un libro bianco che ripercorrerà la vicenda del progetto dei ”Giardini di Federico II” sin dalla sua nascita, proponendone il rilancio del progetto. Inizialmente il comune di Milazzo, nell’ambito del PO-FESR 2007-13”, aveva ottenuto ben 10 milioni di euro per realizzare l’ambizio progetto nell’area Tribò (accanto alla caserma dei vigili del fuoco) concessa dalla Raffineria di Milazzo. Poi le somme sono state ridotte a 8 milioni fino alla revoca. In realtà il Tribunale Amministrativo Regionale, il 16 aprile 2015 lo riportava nelle disponibilità del Comune ma le somme, a quanto pare, non sono più disponibili. Recentemente una parte del progetto dei Giardini, nello specifico una rete di centraline per controllare l’inquinamento atmosferico. è stato recuperato e finanziato all’interno del cosiddetto Patto del Sud con 2 milioni. Troppo pochi per Italia Nostra che una ventina di anni fa promosse i Giardini di Federico II.

L’idea dei ”Giardini di Federico” nacque con lo scopo di dar vita ad una grande struttura scientifica costituita da un orto botanico di livello europeo, con giardini tematici, laboratori di ricerca, micropropagazione e acclimatazione di specie floro-vivaistiche, sale per convegni, spazi espositivi e biblioteca. Questo all’interno di un progetto di recupero di archeologia industriale riguardante l’area ex Montecatini ed ex Metallurgica e per costituire, con l’area Tribò, una barriera verde tra la Città e la zona industriale.

In questo senso fu proposto da Italia Nostra in ripetute iniziative nel 1996, nel 2001 e nel 2004 e trovò ampia disponibilità alla collaborazione da parte delle Università di Catania e Palermo disposte a convenzionarsi per realizzare e gestire una struttura di livello europeo finalizzata

La stessa Amministrazione Comunale del tempo aveva manifestato interesse tanto che si parlò di contatti con analoghe strutture di Tenerife e di Olanda e si pose il vincolo in PRG, ma poi non se ne fece niente.

«Italia Nostra – scrive il presidente Gugliemo Maneri – prende favorevolmente atto di quest’ultimo finanziamento per il sistema di centraline di monitoraggio; chiede di verificare se il finanziamento del 2012 riassegnato dal TAR non sia stato perduto; e, se cosi non è (come ci auguriamo), di chiudere in tempi brevi l’iter di riproposizione, esprime preoccupazione per le notizie secondo le quali, nel silenzio, si intenderebbe rinunciare al finanziamento già assegnato nell’ambito della programmazione del PO-FESR 2007-13; ricorda che la Raffineria ha dichiarato di essere disponibile a cedere l’Area Tribò solo a condizione che venga realizzata quell’opera».