«Che fossero delle prostitute l’ho capito poco dopo aver affittato gli appartamenti. Tutto regolare, 300 euro al mese, un prezzo di mercato per un appartamento sul mare, checché ne dica la magistratura. E menomale che mi hanno versato sempre l’affitto sulla carta postepay, posso dimostrarlo, non ho sfruttato nessuno». E’ questa la verità di padre D.S., 82 anni, contenuta  in una intervista esclusiva rilasciata al sito MeridioNews. Secondo le ipotesi di indagini – contenute in un comunicato della questura di Messina –  il sacerdote avrebbe intascato una parte in nero non dichiarata. Il prelato rigetta tutti gli addebiti.

«Mi hanno buttato una manata di fango, il prete magnaccia dicono, mi hanno sporcizzato, ma l’affitto a quelle due ragazze era regolare, non potevo mica buttarle fuori di casa». Don D.S. ha 82 anni e, da quando è in pensione, è tornato a vivere nella sua città, Milazzo. Nello stesso palazzo dove ha affittato due appartamenti a quelle che si sono rivelate due prostitute sudamericane. La polizia qualche giorno fa ha sequestrato gli immobili, su disposizione del gip Salvatore Pugliese che ha accolto la richiesta della procura di Messina. Insieme a lui, è stata colpita dal provvedimento cautelare anche un’altra proprietaria, una dipendente del Comune.

Il prelato ammette di sapere dell’attività delle ragazze. «L’ho capito poco dopo aver affittato gli appartamenti – racconta a MeridioNews – tutto regolare, 300 euro al mese, un prezzo di mercato per un appartamento sul mare, checché ne dica la magistratura. E menomale che mi hanno versato sempre l’affitto sulla carta postepay, posso dimostrarlo, non ho sfruttato nessuno». A sollevare il caso sarebbero stati altri inquilini del palazzo. «Sono venuti da me a lamentarsi – spiega il sacerdote -, io sono andato a bussare alla porta delle ragazze, gliel’ho detto, ma mi hanno risposto che esercitare la prostituzione liberamente non è reato. Ai condomini non ho potuto far altro che chiedere di avere pazienza e che, a fine contratto, le avrei mandate via».

Una tolleranza che ha spinto qualcuno, insoddisfatto dalla reazione del sacerdote, a chiamare la polizia. Secondo quanto racconta il prete, gli agenti hanno effettuato un sopralluogo a settembre. «Sono venuti per chiedermi se ero il proprietario degli appartamenti e mi hanno detto che mi avrebbero chiamato, ma non ho ricevuto alcuna telefonata, alla fine mi sono ritrovato accusato e infangato. Ma cosa avrei dovuto fare? Buttarle fuori con la forza? E se poi dietro di loro ci fosse stata la mafia?».

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