L'avvocato Diego Lanza

L’avvocato Diego Lanza

I DETTAGLI. Tremila euro complessivi. E’ questa la somma che avrebbe incassato il sacerdote D.S., 82 anni, dall’affitto dei due appartamenti confinanti nel condominio di via Spiaggia di Ponente, 6. Un prezzo ritenuto, evidentemente, sospetto dagli inquirenti che hanno sequestrato gli immobili applicando i sigilli tramite gli agenti del commissariato di polizia di Milazzo. All’interno – secondo l’accusa – operavano delle giovani donne sudamericane che si prostituivano con cifre tra i 50 e i 70 euro. A ricevere l’informazione di garanzia, oltre al prete, una dipendente comunale R.F., 65 anni, che affittava nello stesso palazzo un altro appartamento utilizzato per identico scopo, e una donna brasiliana, P.M.D.P, 35 anni, residente a Catania che ufficialmente era la locataria di uno degli immobili del sacerdote. Secondo le indagini una sorta di maitresse. Il contratto di affitto da 1500 euro netti, della durata di 15 mesi, sarebbe scaduto a luglio. Stessa scadenza per l’altro immobile affittato dall’anziano prelato alla stessa cifra ad una altra connazionale. I locali, a sua volta – in base alle risultanze delle indagini – venivano sub-affittati a ragazze provenienti, principalmente dalla Colombia e da Cuba, che ruotavano periodicamente. L’ipotesi di reato, per tutti e tre, è quello di «avere concesso gli immobili ammobiliati con lo scopo di esercizio di una casa di prostituzione, e comunque vi tolleravano abitualmente la presenza di una o più persone che, all’interno dei locali, si davano alla prostituzione».

Il sopralluogo all’interno delle case di appartamento sarebbe avvenuto lo scorso febbraio, all’interno sarebbero state trovate donne in atteggiamenti inequivocabili. Il sequestro è stato disposto dalla procura di Barcellona solo la scorsa settimana.

Il sostituto procuratore Federica Paiola, titolare dell’indagine, “in considerazione dello stile di vita, senza fissa dimora” ha chiesto al Gip di procedere al cosiddetto incidente probatorio delle cinque donne straniere che avrebbero operato all’interno. In poche parole si sarebbe dovuto acquisire le testimonianze per cristalizzarne le dichiarazioni da utilizzare in dibattimento per dimostrare le responsabilità dei tre indagati. Ma il gip Salvatore Pugliese, ieri, l’ha negato. A quanto pare le ragazze, non essendo destinatarie di alcun tipo di provvedimento, avrebbero già fatto perdere le tracce.

Impegnati nella difesa degli imputati gli avvocati Diego Lanza, Andrea Calderone, Giuseppe Currò (questi ultimi due d’ufficio).

Leggi anche: PROSTITUZIONE A MILAZZO, LA VERSIONE DEL SACERDOTE INDAGATO (CLICCA QUI)

Leggi anche: Prostituzione a Milazzo, annullata la condanna per l’ex impiegata comunale che aveva affittato la casa

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Milazzese
Milazzese
7 anni fa

Tutto ciò accade perchè l’Italia è un paese bigotto e ancorato a decennali servilismi politici (mafiosi). La liberalizzazione di questo settore (E ALTRI) avrebbe effetti puramente benifici per le casse dello Stato, e per la creazione di nuovi posti di lavoro. Purtroppo è fanta-politica.

Felice Cavallotti
Felice Cavallotti
7 anni fa

L’esperienza mi insegna che bisogna ritenere innocente l’imputato fino a prova contraria. Non sappiamo se il prete in questione gestisse l’appartamento in prima persona vista la sua eta’ avanzata , o se qualcun altro ne approfittasse a suo nome . Gli appartamenti erano sub-affittati a prostitute , quindi probabilmente sia il prelato e la dipendente comunale erano all’oscuro di tutto. Tutti puritani a Milazzo , ma chi erano allora i clienti di queste gentil donne?

delusa
delusa
7 anni fa

ma chi l’avrebbe mai detto……Padre…. una persona così perbene!!!! Non ci si può fidare più di nessuno!!

massimo
massimo
7 anni fa

Nomi e cognomi e foto non solo iniziali . Se fossero state altre persone senza peso a commettere il fatto , cerano le foto con nomi e cognomi e località . Se tutto questo fosse vero , importante sapere se questo prete ha a che fare con la chiesa per salvaguardare i figli.

Paolo
Paolo
7 anni fa

….se fosse vero, direi che sequestrare i beni al parroco ed alla dipendente comunale sarebbe il minimo. Poi visto che sicuramente ci sarà anche evasione fiscale, 5 anni di interdizione dai pubblici uffic; p.s. il parroco, sempre che sia vero il tutto, è la pubblicità migliore per indicare che dopo la morte, non esiste nulla!