L’accusa è di «esondazione colposa». A distanza di un mese dall’alluvione che ha colpita la frazione di Bastione, un comitato di cittadini ha presentato alla procura di Barcellona un esposto con cui chiede «di porre in essere tutti gli atti di indagine necessari al fine di verificare se nella condotta dei responsabili degli Enti Pubblici (Comuni, Provincia, Genio Civile, Assessorato Regionale al Territorio ed Ambiente, Protezione Civile Regionale e Provinciale ecc.) preposti alla tutela del territorio e dei beni dei cittadini (ad iniziare da quello della salute) siano ravvisabili estremi di reato».

Quello di sabato 10 ottobre è stato il secondo straripamento del torrente Mela a distanza di quattro anni dall’evento calamitoso del 22 novembre 2011. L’acqua e il fango hanno invaso numerose case; molte persone, oltre ad aver perso gran parte dei loro beni, hanno dovuto abbandonare le abitazioni per andare ad alloggiare da parenti ed amici. Decine di immobili, compresa un’officina meccanica, hanno subito seri danni. Le strade sono ancora piene di fango. Molte coltivazioni sono state gravemente danneggiate. Danni consistenti ha riportato pure il ponte sul torrente Mela che collega Milazzo con Barcellona. La rete fognante ed il sistema di smaltimento delle acque bianche hanno dimostrato ancora una volta di essere assolutamente inadeguati.

«Bisogna intervenire con la massima urgenza per evitare il ripetersi di sciagure – scrive il Comitato presieduto da Stefano Maio –  Per questo è necessario effettuare, al più presto possibile, le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria per la messa in sicurezza del greto del torrente e la costruzione del muro d’argine, in modo che le acque delle piena non possano tracimare invadendo le campagne e le abitazioni circostanti».

Secondo i cittadini le conseguenze sarebbero state sicuramente molto meno gravi se si fosse provveduto per tempo a mettere in sicurezza il territorio, sgombrando, a monte dell’abitato, l’alveo del corso d’acqua , che è invaso da vegetazione arborea spontanea ed anche da rifiuti e materiale di risulta di ogni genere.

L’ultima esondazione del “Mela”, avvenuta nel 1971, aveva provocato la rottura del muro d’argine; dopo di allora, non si è provveduto alle necessarie riparazioni e il torrente (il cui livello, nel corso degli anni, si è progressivamente innalzato fino a raggiungere quello dei terreni limitrofi) non è mai stato messo in sicurezza.

«E’ pur vero che il 10 di ottobre 2015 la pioggia è stata di notevole intensità, ma è anche vero che se il letto del torrente fosse stato pulito e l’argine fosse stato ripristinato per tempo, non avrebbe potuto provocare tutti i danni (per fortuna senza vittime) che ha causato», conclude la nota a firma di Stefano Maio.