Riapre il Santuario della Madonna della Neve dopo il restauro dell’altare che accoglie il pregiato simulacro marmoreo di Antonello Gagini. Mercoledì 17 maggio, si è tenuta la cerimonia di inaugurazione, alla presenza di Giovanni Accolla, Vescovo dell’Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela. I dettagli sul restauro saranno svelati giovedì 25 maggio durante il convegno di presentazione dei lavori. Interverrano lo storico locale Libero Rappazzo, l’archivista Erica Gitto, il funzionario della soprintendenza Dott.ssa Stefania Lanuzza, la restauratrice Elisabetta Carcione ed il Tecnico del restauro nonché titolare della Ditta incaricata Santo Arizzi.

Il Santuario dedicato alla Madonna della Neve era chiuso dagli inizi del 2022 per i lavori di restauro dell’altare maggiore che custodisce la preziosa scultura della Madonna della Neve, pregevole opera di Antonello Gagini. I lavori, iniziati il 21 febbraio 2022, sono stati resi possibili dalla generosa donazione del luciese Francesco Amante, che ha contribuito a coprire completamente tutte le spese. Amante era già stato promotore del restauro del simulacro della Madonna in marmo presente al centro della macchina lignea, avvenuto nel 2019. Una targa commemorativa in ricordo dell’evento sarà svelata durante l’apertura.

I lavori di restauro sono stati commissionati dal già rettore del Seminario Arcivescovile S. Pio X, Mons. Alessandro Lo Nardo, e seguiti fino alla conclusione dal suo successore, Mons. Lino Grillo. Ad eseguirli, la ditta luciese “Metamorfosi di Santo Arizzi – conservazione e restauro opere d’arte” sotto l’alta sorveglianza della soprintendenza BB. CC. AA. di Messina, servizio per i beni storico artistici ed etnoantropologici, curata dalla Dott.ssa Stefania Lanuzza.

I lavori di restauro hanno interessato tutto l’altare maggiore del santuario, composto da una maestosa macchina in legno policromo e dorato, impreziosita da alcuni elementi in stucco e marmo policromo, fra i quali spiccano i due angeli porta corona posti sul capo della Madonna della Neve, anch’essi realizzati dalla mano di Antonello Gagini. Il restauro ha permesso di riportare alla luce i colori originali dell’altare, risalente alla prima metà del XVIII sec. e grazie alla collaborazione dell’archivio storico diocesano, di scoprire la committenza, la datazione e gli artisti che realizzarono all’epoca la macchina lignea, gli elementi in stucco e quelli in marmo oggi presenti nell’altare.