I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina stanno dando esecuzione ad un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto che dispone la misura interdittiva del divieto temporaneo di svolgere attività professionale o imprenditoriale, per la durata di un anno, nei confronti di un consulente del lavoro e sei imprenditori, formalmente attivi in svariati settori economici e con sedi in paesi della costa tirrenica messinese, ritenuti responsabili, secondo ipotesi d’accusa, del reato di truffa aggravata ai danni dello Stato.

Complessivamente, nell’ambito dell’intera indagine, sono state segnalate alla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto ben 51 persone. E’ stato applicato nei confronti di gran parte degli indagati il sequestro delle somme indebitamente percepite a seguito della fraudolenta predisposizione dei rapporti di lavoro inesistenti, per un ammontare di circa 200 mila euro.

Il provvedimento cautelare interviene nella fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro nei successivi gradi di giudizio, nel rispetto della presunzione di innocenza di cui all’art. 27 della Costituzione.

Le Fiamme Gialle della Compagnia di Milazzo e della Tenenza di Barcellona Pozzo di Gotto, coordinati dal Gruppo della Guardia di Finanza di Milazzo, hanno scoperto «un articolato disegno criminoso», ideato per ottenere «indebiti vantaggi fiscali, compensi e indennità, manifestando assunzioni fittizie di lavoratori».

I sei imprenditori indagati, con la determinante partecipazione di un consulente del lavoro, hanno consapevolmente creato le società oggetto d’indagine, risultate assolutamente improduttive e prive di alcuna struttura aziendale, al solo fine di instaurare i fittizi rapporti di lavoro scoperti, anche di breve durata, comunque sufficienti a giustificare le illecite richieste di indennità contributive in pregiudizio del sistema previdenziale nazionale e dell’Erario.

Le investigazioni, sviluppate in collaborazione con gli Ispettori dell’Inps, hanno preso il via dal monitoraggio di alcune imprese che, in modo anomalo, beneficiavano di cospicue agevolazioni previdenziali, con particolare riferimento al cosiddetto “bonus Renzi”. 

Le false assunzioni consentivano, poi, di giustificare, in un secondo momento, l’indebita percezione dei contributi assistenziali a sostegno del reddito, legati alle indennità Covid-19 e principalmente alla cosiddetta NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego). Quest’ultima consiste in una prestazione sociale che serve a garantire una tutela economica ai lavoratori subordinati che hanno perduto involontariamente l’occupazione, garantendogli la corresponsione del 75% della retribuzione media mensile degli ultimi quattro anni.

 Sulla base degli accertamenti eseguiti e salvo i successivi pronunciamenti dell’Autorità Giudiziaria, le indagini hanno altresì evidenziato come la procedura messa in piedi consentisse, in aggiunta, l’ulteriore vantaggio di fornire l’opportunità di costituire, in capo ad alcuni lavoratori, una propria posizione contributiva, tale da permettere la fruizione, in futuro, addirittura della pensione.

Alla luce del grave quadro indiziario raccolto, il G.I.P. del Tribunale di Barcellona, su richiesta della locale Procura della Repubblica, riconoscendo la “peculiarità del meccanismo fraudolento prefigurato e la sua predisposizione all’evidente ed esclusivo illecito fine di ottenere le peculiari erogazioni assistenziali a vantaggio di un cospicuo numero di beneficiari”, ha pertanto disposto, nei confronti del professionista e degli imprenditori coinvolti, l’applicazione della misura interdittiva del divieto temporaneo di svolgere attività professionale o imprenditoriale per la durata di un anno.

 

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Carmelo
Carmelo
1 anno fa

Come sempre questo giornale da le notizie a metà , mai i nomi !!!

Antonio
Antonio
1 anno fa

Sicuramente sono tra quelli che si lamentano del rdc

Faccilodda
Faccilodda
1 anno fa

Nomi, Nomi, Nomi…. Voi (della Redazione) avete tutela legale e diritto di cronaca… basta con questo “non detto”, chi sono questi “imprenditori” che producono e creano lavoro???

gigi
gigi
1 anno fa
Reply to  Faccilodda

non mi sembra bello mettere alla gogna persone con famiglia e figli che non è detto siano colpevoli.

Davide
Davide
1 anno fa
Reply to  gigi

Ah, no? E chi sarebbero i colpevoli, i frati del convento di San Francesco? Se sono state condotte delle indagini, evidentemente, gli imprenditori in questione dovrebbero avere una qualche responsabilità. Tutti ignari e caduti dal pero…

Faccilodda
Faccilodda
1 anno fa
Reply to  gigi

Basta scrivere “presunto responsabile” qui siamo tutti garantisti (la Redazione fin troppo) e vale sempre il principio della presunzione d’innocenza. Per cui chiedo nuovamente i nomi, così appena mi offrono un lavoro… saprò valutare meglio.

Davide
Davide
1 anno fa

Ecco spiegato il perché molta gente a Milazzo gira avanti e indietro coi SUV; tra imbrogli di questo genere, droga e prostituzione… Per la serie “siamo tutti onesti” (come no!). E parliamo di Milazzo, un “paesello” del sud; immaginiamo nelle grandi città del nord cosa accade.

pippo
pippo
1 anno fa

Ma le truffe non erano con il rdc?

Lilly
Lilly
1 anno fa
Reply to  pippo

Anche……