Non si placa la polemica sulla gestione del verde di Villa Vaccarino. Ecco la replica di Italia Nostra allo Studio Isgrò che dal 2018 ha adottato il giardino della villa liberty di proprietà del comune di Milazzo (LEGGI QUI).

Non è pratica frequentata da Italia Nostra la polemica personale, né tocca a noi giudicare ”la dedizione e l’impegno profuso” di cui si parla nella replica dell’adottante e per questo Lo invitiamo ad astenersi dall’ uso di termini impropri come “illazioni”, ”strumentale e diffamatorio attacco” o mancata frequentazione.

L’ Associazione Italia Nostra si occupa di tutela del ”Patrimonio Culturale e Ambientale” a livello nazionale da 66 anni e milazzese dal 1989: i Giardini furono riaperti il 21 giugno 2017 in occasione dell’iniziativa di Italia Nostra ”Per la riapertura dei cancelli di Villa Vaccarino” nell’ ambito della Giornata Nazionale dei Beni Comuni di quell’anno e personalmente frequentiamo spesso i Giardini della Villa in occasione degli eventi, quando è accessibile. Facciamo seguito alla nota dello scorso 10 luglio sullo stesso tema ribadendo che il nostro interlocutore non è l’adottante, ma l’Istituzione concedente, ovvero il Comune di Milazzo.

Nel merito della questione: – il Regolamento del 2018 alla base della concessione si riferiva alle aree verdi comunali, spazi pubblici (piazze, strade, marciapiedi) e arredi urbani e non a beni culturali. Il Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 – Codice dei beni culturali e del paesaggio (Codice Urbani) negli articoli 10, 20 e 115 è chiarissimo:

”Sono beni culturali le cose mobili e immobili …che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico, … le ville, i parchi e i giardini che abbiano interesse artistico o storico; I privati … non possono comunque essere individuati quali concessionari delle attività di valorizzazione”; – la Convenzione del 2018, comunque, parlava di specie erboree di rilevante importanza, peraltro identificate con targhette identificative fornite dalla scrivente Associazione e adottate dal Comune, rimosse al momento dell’adozione senza che ciò fosse previsto in Convenzione: ”Gravillea robusta, Quercus Ilex (Leccio), Phoenix Reclinata (palma da datteri del Senegal), Dovyalis Caffra (Key Apple), Brahe Armata (Palma Blu del Messico), Casuarina Equisetifolia (Pino Australiano), Lagunaria Patersonia (Ibisco di Norfolk), Ligustrum, Pino, Ibisco, Cercis Siliquastrum (Albero di Giuda), Cespugli di oleandro, Strelizia Alba, Chamaerops Humilis (Palma Nana) ed arbusti vari” e prevedeva, da parte dell’ adottante, interventi di mantenimento delle specie botaniche esistenti; – a proposito della vasca, la Convenzione prevedeva, sempre a carico dell’ adottante, ”interventi per il consolidamento e il ripristino dello stato originario della fontana attraverso la rimozione delle acque stagnanti, asportazione di depositi fangosi superficiali, disostruzione dello scarico di fondo e dello sfioratore di superficie, lavaggio con acqua pulita di tutte le superfici e applicazione di idoneo prodotto biocida”;

– in Convenzione erano previsti, anche qui a carico dell’adottante, ”l’esecuzione di piccoli interventi di manutenzione relativi a cordoli, cigli, muretti perimetrali, recinzioni, scalinata in pietra”; ovviamente nella nota del 10 giugno non parlavamo del cordolo prospiciente la via Cristoforo Colombo di competenza del Comune in quanto proprietario; – i Giardini sono stati aperti al pubblico solo per brevissimi periodi e mai dopo l’ allentamento delle restrizioni per la pandemia, a parte gli eventi. Certo non ci pare raggiunto l’ obiettivo di ”recuperare spazi verdi pubblici … facilitandone la fruizione e valorizzandone il concetto di bene comune ipotizzato dal Regolamento per l’adozione di aree pubbliche e di arredi urbani, Delibera Comunale 104 del 10.10.2014.

Non siamo interessati a sterili polemiche: a nostro avviso la Convenzione del 2018 non doveva e non poteva essere stipulata e, comunque, non è stata rispettata. Nulla da obiettare sull’affidamento a privati di aiuole, rotonde spartitraffico o spazi di verde pubblico; siamo invece contrari all’ affidamento a privati di Beni Culturali di interesse artistico, storico o archeologico. Quindi chiediamo che: • l’adottante faccia un passo indietro o il Comune revochi la concessione; • il Comune provveda alla ricostruzione del ”Giardino Storico”: ripristino delle specie arboree, del prato e dei vialetti, sistemazione della vasca e della fontana e dell’ impianto idrico; non mancherà la collaborazione di Associazioni di Volontari; • si riapra il giardino alla pubblica fruizione valorizzandolo come bene culturale di interesse artistico e storico.