Al cimitero comunale di Milazzo si è registrato il crollo di una vasta porzione del muro di contenimento sottostante la zona delle Confraternite.
I pezzi di intonaco sono finiti su alcune tombe, la cui copertura in marmo è stata danneggiata.
A provocare il cedimento sono state le infiltrazioni d’acqua che l’avevano reso, da oltre un decennio, a rischio crollo. Mai però era stata riservata la giusta attenzione nonostante anche diverse segnalazioni dei frequentatori del gran camposanto.
Nelle scorse settimane i tecnici del Comune avevano effettuato, su espressa richiesta  dell’assessore Maurizio Capone che aveva formulato un atto di indirizzo per la sistemazione del muro, un sopralluogo, operando l’interdizione della zona proprio per tutelare la pubblica incolumità ed erano state attivate le procedure per i necessari interventi di manutenzione.
Il cedimento ha anticipato i tempi della burocrazia e quindi adesso occorrerà accelerare per ripristinare le condizioni di normalità.

DIETRO LE QUINTE. Da novembre scorso è in corso la digitalizzazione degli elenchi dei defunti sepolti al cimitero di Milazzo a partire da fine ‘800. A realizzarla è  la volontaria Cettina Orefici, autorizzata dall’amministrazione comunale. Non solo sarà più facile avere una “mappa” delle tombe ma sarà possibile individuare in maniera veloce ed esatta i singoli defunti in caso di ricerca.

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Davide
Davide
2 anni fa

Non si può stare in pace nemmeno da morti! È mai possibile che per eseguire qualche lavoro di manutenzione/consolidamento/messa in sicurezza servano milioni di euro, duemila permessi e anni e anni di lungaggini burocratiche ed estenuanti attese? “Mancu l’occhi pi cianciri aviti”… AMEN.

Nino
Nino
2 anni fa
Reply to  Davide

con ristrutturazione/mantenimento la struttura rimane fragile, dopo un po frana di nuovo. E’ meglio demolire e ricostruire in cemento armato, si risparmia e dura cent’anni

Davide
Davide
2 anni fa
Reply to  Nino

Beh, guardi, l’ho buttata lì, tanto per sollevare una perplessità su certi lavori, non ho potuto eseguire alcuna perizia; da architetto, le posso dire che, là dove una ricostruzione ex novo sia possibile, è sempre meglio che consolidare una parete scevra di qualunque pregio storico-artistico, come quella di cui si parla nell’articolo.