L’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Alberto Samonà oggi è stato in visita a Milazzo, dove è stato accolto dal sindaco Pippo Midili e da una delegazione di assessori e consiglieri comunali. Presenti anche i deputati Pino Galluzzo e Antonio Catalfamo.

L’esponente della giunta Musumeci ha visitato i principali luoghi di interesse culturale (palazzo D’Amico, ex carcere femminile) presenti in città, concentrando la sua attenzione ovviamente sulla Cittadella fortificata, ritenuta “bene straordinario e dalle grosse potenzialità per lo sviluppo della città e del territorio”.

“Il castello di Milazzo può e deve diventare la punta di diamante di una nuova offerta culturale – ha spiegato Alberto Samonà – che sia in grado di attrarre visitatori curiosi e desiderosi di vivere l’anima dei luoghi, di conoscere l’identità più profonda della nostra Sicilia».

Il sindaco Pippo Midili ha ribadito gli intenti dell’Amministrazione e la volontà di far sì che il Castello sia il volano dello sviluppo culturale e turistico. Ha informato l’assessore della presenza di un progetto di 8 milioni da tempo esistente per il fortilizio che prevede sia interventi di riqualificazione che di miglioramento della fruizione stessa, auspicando che la Regione possa assicurare un supporto.
La questione sarà affrontata nel corso delle prossime settimane in una riunione che l’assessore Samonà promuoverà a Palermo con gli amministratori mamertini.

La visita di Samonà è stata contestata nei giorni scorsi da Italia Nostra. Ad intervenire anche la sezione Anpi Milazzo “Eliana Giorli”. «Samonà è persona non gradita nella nostra città – hanno scritto –  ha sempre espresso il suo disprezzo dei valori fondanti della nostra costituzione. Ha iniziato da giovane emulando poeticamente la mistica delle SS o inneggiando a criminali come Delle Chiaie, e manifestando nostalgia per pratiche politiche sconfitte dalla Storia e apertamente antitetiche alla democrazia. Oggi purtroppo prosegue in perfetta coerenza rappresentando in Sicilia, la continuità  di quei disvalori con il suo ruolo di assessore ai Beni Culturali e all’Identità (sic) Siciliana in quota Lega. Quella Lega che nel suo sovranismo reincarna molti dei “valori” che già da giovane esaltava. A lui e a tutti quelli che indossando il doppiopetto istituzionale, insultano l’antifascismo e la democrazia (riproponendo anacronistiche concezioni elitarie impregnate di equivoco esoterismo)e sviliscono le istituzioni repubblicane non possiamo che restituire tutto il nostro disprezzo. Nel ruolo».