Covid a Milazzo, entro fine mese attive sei postazioni di terapia intensiva donate dalla Raffineria 10 Novembre 2020 Cronaca 5 Commenti Entro fine mese l’ospedale Fogliani di Milazzo avrà a disposizione nel reparto di Rianimazione sei nuove postazioni di terapia intensiva che sostituiranno le attuali e consentiranno di affrontare con efficienza e tempestività casi gravi di pazienti con problemi all’apparato respiratorio. Si tratta di una donazione della raffineria di Milazzo che aveva anticipato il gesto solidale nel marzo scorso nel corso della fase 1 della pandemia da Covid 19. Solo oggi, però, a distanza di 8 mesi, tutto il materiale è stato consegnato, montato ed in attesa di collaudo. In realtà le postazioni, in base a quanto dichiarato dalla Ram e Confindustria Sicilia in un comunicato stampa, dovevano essere dieci. Nel reparto del Fogliani diretto dal dottore Giovanni Pagani erano previsti dei lavori edilizi a cura dell’ufficio tecnico dell’Asp che avrebbero dovuto portare a otto i posti di terapia intensiva, ma questi non sono mai partiti. A questo punto sulle altre quattro postazioni ci sono tanti dubbi: o verranno trasferiti in altri ospedali o potenzieranno la terapia sub intensiva della struttura ospedaliera di contrada Grazia. Il nodo sarà sciolto nei prossimi giorni. La Raffineria di Milazzo, joint venture paritaria tra Eni e Kuwait, aveva messo a disposizione 400 mila euro ed aveva firmato a marzo una convenzione siglata dal direttore Amoruso, dal direttore generale dell’Asp, Paolo La Paglia, e dal presidente di Sicindustria Messina, Ivo Blandina. La Ram avrebbe dovuto acquistare l’attrezzatura sulla scorta delle indicazioni dell’azienda sanitaria ma, ancora, in estate, queste non erano state fornite. La Paglia aveva dato disposizione agli uffici affinché si attivasse l’iter ma poiché l’industria petrolifera avrebbe espressamente dichiarato che il suo intento era quello di potenziare l’ospedale di Milazzo nonostante il Covid Hospital si trovasse a Barcellona, le cose sono andate a rilento in quanto la priorità era rivolta al Cutroni Zodda dove venivano ricoverati i contagiati da coronavirus. L’unica cosa positiva del ritardo è che si è potuto scegliere attrezzatura di top gamma che nella fase cruciale della pandemia non erano reperibili sul mercato. Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 6.020 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT