Il serbatoio tk513 poche ore dopo l'incendio del 27 settembre 2014Incendio del serbatoio alla Raffineria di Milazzo, in 70 revocano la costituzione nel processo. Così le transazioni 6 Novembre 2019 Cronaca 19 Commenti Peppe Marano ESCLUSIVO. Una settantina di cittadini hanno revocato la rispettiva costituzione di parte civile nell’ambito del processo contro i vertici della Raffineria di Milazzo imputati di presunto danno ambientale causato dall’incendio di un serbatoio avvenuto il 27 settembre 2014. L’indiscrezione in possesso di Oggi Milazzo si è diffusa oggi al Tribunale di Barcellona anche se le persone interessate sarebbero legate al vincolo di non divulgazione dell’accordo transattivo. Nel pomeriggio, infatti, è stata fissata l’ennesima udienza del processo dinnanzi al giudice monocratico Francesco Alligo. Le parti civili – per lo più privati cittadini tra cui spicca anche il politico-ambientalista Peppe Marano, attuale presidente del Cad Sociale Milazzo – secondo quanto risulta ad Oggi Milazzo avrebbero rinunciato alla costituzione contro il colosso industriale a fronte di un accordo economico raggiunto circa un mese fa pari ad un risarcimento procapite di 4 mila euro (solo qualche fortunato più del doppio) e il pagamento delle spese legali. Nella costituzione lamentavano per lo più danni biologici. La Raffineria, visto l’accordo transattivo raggiunto con Marano, avrebbe rinunciato anche a proseguire nella causa civile per “procurato allarme sociale” intentata anni fa contro il politico che su facebook si era lanciato in una serie di attacchi contro l’azienda gestita da una joint venture paritaria Eni – Kuwait. Rimangono parti civili le amministrazioni comunali del territorio (tra cui il comune di Milazzo), alcune associazioni ambientaliste ed un paio di privati tra cui l’ambientalista Peppe Maimone. Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 20.785 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT