Sit- in di protesta al municipio di Pace del Mela per chiedere al presidente della Regione la firma del Piano Paesaggistico Ambito 9 che riguarda i comuni del messinese. Il tempo stringe e se la firma non arriverà entro il 27 ottobre si potrebbero aprire nuove prospettive industriali per colossi come Terna e A2A. A scendere in campo Peppe Maimone dell’Adasc e la consigliera comunale Angela Bianchetti.

«Abbiamo scelto il municipio di Pace del Mela perchè è sempre stato al centro delle battaglie ambientaliste nella valle – spiega Maimone – il piano paesaggistico non mette solo l’ennesima tegola sul progetto di inceneritore di A2A ma anche a Terna che con i suoi elettrodotti e le onde elettromagnetiche. Se non verrà firmato sarà un vero disastro».

Anche il Comitato dei cittadini contro l’inceneritore del Mela non lesina critiche. «Dal 27 ottobre buona parte della provincia di Messina perderà il piano paesaggistico, ovvero le norme a salvaguardia del proprio prezioso patrimonio paesaggistico -si legge in una nota –  via libera quindi agli speculatori che potranno cementificare, deturpare, stravolgere il territorio, realizzare ecomostri ed impianti inquinanti».

Secondo il Comitato «con il piano paesaggistico verrà persa anche la speranza di risanare e riconvertire l’area più degradata, caratterizzata dalle grosse industrie della valle del Mela, che rappresentano un pugno nell’occhio sull’incantevole golfo di Milazzo, oltre che un pugno nei polmoni dei suoi abitanti.

Il 30 aprile scorso alcune sentenze del Tar Catania hanno riconosciuto un vizio formale nell’adozione del Piano, dando 180 giorni alla Regione per riadottarlo. In questi mesi gli uffici della Regione hanno lavorato per approntare il decreto che avrebbe dovuto salvare il Piano paesaggistico. A fine settembre il decreto è stato inviato al Presidente Musumeci per la firma finale, ma, la firma non è giunta.

«Per motivare la sua “non-decisione” continua i lComitato – il Presidente Musumeci si è limitato a dichiarare di volersela pensare fino al termine del 27 ottobre, ventilando anche ipotesi di modifiche, che però necessiterebbero di rifare tutto l’iter d’accapo. Morale della favola, il rischio che alla fine l’attuale Piano paesaggistico venga “buttato a mare” è molto concreto. Così facendo dovremmo attendere anni per poi avere, nella migliore delle ipotesi, un piano del tutto diverso da quello attuale. Nel frattempo il territorio resterà ovviamente privo di alcuna salvaguardia».