Prosegue l’attività dei mezzi nautici della Guardia costiera di Milazzo impiegati in operazioni di vigilanza all’interno dell’Area marina protetta denominata “Capo Milazzo”. Nei giorni scorsi, infatti, le motovedette CP 875 e CP 544 della Guardia Costiera, durante l’attività di sorveglianza hanno individuato una serie di unità da diporto che sostavano all’interno della baia Sant’Antonio, avendo dato fondo all’ancora di bordo. Complessivamente sono state deferiti all’autorità giudiziaria 14 diportisti.

L’ancoraggio è avvenuto all’interno della Zona B, zona protetta nella suddivisione in zone stabilito con i decreti istitutivo dell’area marina protetta “Capo Milazzo”.

Un illecito in quanto l’ancoraggio all’interno dell’A.M.P. necessita di una preventiva autorizzazione da parte dell’Ente gestore e solo al di fuori delle aree particolarmente sensibili, comunque individuate e segnalate dal consorzio in fase di costituzione. In assenza sia di autorizzazione sia di aree specificatamente destinate a tale attività, quest’ultima è da ritenersi vietata all’interno dell’intera area marina protetta.

A conclusione delle attività di controllo sono stati deferiti alla competente autorità giudiziaria 14 diportisti che si sono resi responsabili di violazioni della legge quadro che disciplina le aree marine protette.

In precedenti attività il battello GC A64 aveva già sequestrato un attrezzo da pesca del tipo rete da posta fisso illecitamente impiegata all’interno dell’Area marina protetta.

«In vista del periodo estivo – si legge in una nota della Capitaneria di Porto di Milazzo –  le operazioni di vigilanza e controllo all’interno dell’Area Marina Protetta, si intensificheranno mediante l’impiego di uomini e mezzi, navali e terrestri, al fine di tutelare l’ambiente marino da eventuali attività illecite, nel rispetto delle disposizioni regolamentari».  

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[…] Ammesso che la nota del ministero esprima un principio, diciamo di buon senso, per quanto del tutto irrilevante davanti al parere di un giudice, ci si aspetterebbe che sia un approccio generale. E invece no, perchè poi le cronache raccontano di come, nello stesso periodo di transizione, nell’AMP di Capo Milazzo (istituita quasi in contemporanea a quella sarda) le multe siano letteralmente fioccate. […]

TANO
TANO
4 anni fa

In Estate vedendo le barche dal capo di Milazzo era uno spettacolo a cielo aperto,ero pronto a comprarmi un 7 metri. Adesso c’è il deserto, meno male che non l’ho comprato. Se in futuro lo farò sarà da Capo d’Orlando Città che dà ancora il sapore di mare come la canzone di Gino Paoli da lì nata. A ponente che c’è un fetore irrespirabile nessuno si preoccupa di mandare gli atti in procura.

UnMilazzese
UnMilazzese
4 anni fa

A proposito della sogliola che potrebbe prendersi un ancora in testa buttata in mare uno di quei diportisti che se ne fregano dell’ambiente.
In realtà si potrebbe considerare una forma di pesca e creare un’apposita autorizzazione a pagamento.
Forse no perché l’ancora è un attrezzo da pesca improprio quindi non si può usare. Meglio reti, tremagli e conzi che sono attrezzi legalmente riconosciuti.

UnMilazzese
UnMilazzese
4 anni fa

A proposito, i pesci chi li protegge da essere catturati e finire in pentola o in padella?
Di certo non la AMP visto che la “piccola pesca professionale” (che di “piccola” a volte ha solo il nome) continuerà a catturarli in sue ampie zone
Certo i pesca-sub in apnea sono i capri espiatori messi al bando ma è arcinoto che hanno un effetto molto limitato.
AMP o no per i poveri pesci cambia ben poco

UnMilazzese
UnMilazzese
4 anni fa

Ricordo a tutti che l’amministrazione milazzese si è fatta approvare la AMP poco prima che il governo Gentiloni dimissionasse nel 2018. In un periodo in cui era forte la convinzione che questo sarebbe avvenuto.
Non credo che, in periodi diversi, i ministeri interessati avrebbero avvallato la creazione di una AMP come proposta da Milazzo. L’avrebbero respinta chiedendo modifiche distanziali.