il municipio di Milazzo (FOTO OGGI MILAZZO)Assunzioni al Comune di Milazzo, salgono a otto gli avvisi di garanzia. Tutti i dettagli 11 Maggio 2019 Cronaca 3 Commenti Sono otto gli avvisi di conclusione indagini notificati al comune di Milazzo da parte della Procura di Barcellona nell’ambito dell’indagine sulla legittimità dell’assunzione di nuovi dirigenti municipali. Se nei giorni scorsi erano stati resi noti i nomi del sindaco Giovanni Formica e degli assessori che hanno votato favorevolmente le due delibera contestate del 2016 (Damiano Maisano, Salvo Presti, Carmelo Torre e Ciccio Italiano) secondo quanto risulta ad Oggi Milazzo ora sono confermati anche il dirigente Michele Bucolo, proponente degli atti, e i due neo assunti l’ingegnere Raffaele Cucinotta e il ragionere capo Francesco Consiglio. In realtà la loro permanenza è stata molto breve negli uffici: Cucinotta dal luglio scorso rimane sospeso poiché accusato di corruzione e coinvolto nell’inchiesta Beta della procura di Messina; il secondo ha lascito palazzo delle Aquile a tempo record per ritornare nella sua Calabria. LE DUE DELIBERE. Il reato contestato agli amministratori e a Bucolo dal pm Alessandro Liprino è abuso d’ufficio, i due assunti sarebbero coinvolti in qualità di beneficiari. La Procura contesta loro il reato di abuso d’ufficio in riferimento a due delibere approvate nel giugno 2016. La prima riguarda la revoca dell’incarico di ragioniere generale al dipendente Michele Bucolo (assunto dopo aver vinto il concorso per quel ruolo); la seconda l’approvazione della procedura di assunzione mediante ricorso alle graduatorie di altri enti pubblici. L’ESPOSTO DI MIDILI. L’indagine portata avanti dalla Guardia di Finanza di Milazzo avrebbe avuto come input principale un esposto del consigliere comunale Pippo Midili, fra gli avversari politici più agguerriti del sindaco Formica. Le Fiamme Gialle hanno sentito anche dipendenti (o ex) che lamentavano di avere i titoli per ricoprire le cariche che invece sono state messe a bando a beneficio anche degli esterni. IL SILENZIO. Al secondo piano di Palazzo dell’Aquila si minimizza sulla consistenza delle accuse e si fa riferimento a “veleni” politici e “vendette” da parte di “gole profonde” deluse. Tra i fatti contestati ci sarebbero – in alcuni casi – anche norme entrate in vigore solo successivamente l’approvazione delle due delibere ma ancora una presa di posizione ufficiale non è avvenuta. Sulla vicenda vige il massimo riserbo ma, intanto, in città e sui social un “semplice” avviso di garanzia diventa un definitivo atto di condanna. Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 10.526 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT