Il processo scaturito dall’operazione “Don Rodrigo”, sui presunti falsi matrimoni contratti da migranti – a caccia della cittadinanza italiana – con donne compiacenti disposte a sposarsi in cambio di poche decine di euro, si è prescritto. I giudici del Tribunale di Barcellona, presidente Fabio Processo, componenti Valeria Gioeli e Francesco Alligo, hanno dichiarato di “non doversi procedere” – per intervenuta prescrizione – nei confronti di 25 imputati accusati nell’ambito dell’operazione dei carabinieri “Don Rodrigo” di aver organizzato matrimoni falsi per favorire la permanenza in Italia di immigrati magrebini. A chiedere la prescrizione è stato il pm Matteo De Micheli, dopo che lo stesso tribunale aveva invitato le parti a pronunciasi sull’ipotizzata prescrizione. L’operazione “Don Rodrigo”, di manzoniana memoria, scattata all’alba del 24 marzo del 2011, coinvolse inizialmente solo 15 persone, poi diventate 25. Tante le donne italiane residenti a Milazzo e nella Valle del Mela coinvolte nel giro dei presunti matrimoni fittizi che avevano il solo scopo – secondo l’accusa – in cambio di soldi, di garantire agli stranieri privi dei permessi di soggiorno la regolare permanenza sul territorio nazionale consentendo ai novelli sposi l’ottenimento della cittadinanza italiana. Corposa, ben 120 pagine, l’ordinanza di custodia cautelare che elenca i presunti falsi matrimoni iniziati l’8 settembre del 2008 con la pubblicazione di un atto di matrimonio all’albo pretorio del Comune di Valdina. Le indagini successive hanno stabilito che in realtà il giro di “matrimoni combinati” era già iniziato il 19 aprile del 2007, a Milazzo, quando una marocchina priva del permesso di soggiorno, Hasna Garjam, convolò a nozze con tale Mariano Russo, affinché la stessa ottenesse il permesso di soggiorno.

Prescrizione per Moez Larafa, tunisino di 38 anni, residente a Fiumarella di Milazzo considerato uno dei nove capi promotori dell’organizzazione mista “italo magrebina” che combinava le coppie con lo scopo di far ottenere agli immigrati il permesso di soggiorno in Italia; Angelo Arcoraci, 31 anni, originario di Barcellona e residente a Milazzo; Angela Acquaro, 60 anni, originaria di Lipari e abitante a Milazzo; Michele Acquaro, 53 anni di Lipari con residenza a Milazzo; Lamine Mohamed Jemaa, 55 anni, tunisino con abitazione a Milazzo; Abdelkader Madouri, tunisino di 55 anni, di Milazzo; Raffaela Mirabello, 35 anni, residente a San Filippo del Mela; Giuseppina Munafò, 45 anni, di Giammoro; Sebastiano Pirri, 53 anni, originario di Montalbano e residente a Barcellona; Davide Scoglio, 31 anni, di Santa Lucia del Mela; Pasqualino Scoglio, 55 anni di Lipari, con domicilio a Milazzo; Maria Tolomella, 29 anni, residente a Santa Lucia del Mela; Moktar El Zgaida, marocchino di 45 anni, di Milazzo.

Prescrizione anche per gli indagati che non erano stati raggiunti da misura cautelare: Cherkaoui Zgaida di 55 anni, residente a S. Filippo; Monica Palmiero di 43 anni, residente a Milazzo; Maria Renda Popolo, 25 anni, residente a Giammoro e di fatto a Torregrotta; Giuseppa Russo, 45 anni di Fiumarella di Milazzo; il tunisino Abderraouf Jemaa, 45 anni, abitante a San Marco di Milazzo; il marocchino Jaouad El Abboubi, 32 anni residente a Milazzo. Prescrizione anche per Paola Tolomella e Giovanna Smiroldo, entrambe di Milazzo, Antonino Iatino di Santa Lucia del Mela; Nunzia Taranto di Valdina; Maria Popolo Renda, Annamaria Bruno e Antonina Milazzo, tutte di Milazzo.