Il sindaco Giovanni Formica con il neo dirigente alle Finanze Francesco Consiglio e il segretario comunale Evelina RivaDissesto al comune di Milazzo, ufficializzato il crack da 44 milioni di euro 12 Ottobre 2016 Cronaca 12 Commenti E’ salito a 44 milioni di euro il debito del comune di Milazzo. Una cifra che ha portato la giunta del sindaco Giovanni Formica ad approvare la delibera con la quale si sceglie la strada del dissesto e inaugurare una stagione amministrativa nuova con l’avvio di quella che il primo cittadino ha battezzato come “Operazione Verità”. Lo spartiacque sarà il 31 dicembre 2014 ( i debiti antecedenti saranno gestiti dall’organo di liquidazione). L’ultima parola spetta al consiglio comunale ma, seppur con qualche distiguo e mal di pancia, alla fine entro il mese di ottobre sarà votato anche in aula. A comunicarlo ufficialmente è stato il sindaco nel corso di una conferenza stampa trasmessa in diretta sulla pagina facebook di Oggi Milazzo. Accanto a lui la giunta al completo, il segretario comunale Evelina Riva e il neo dirigente alle Finanze, Francesco Consiglio. Nel corso del lungo e articolato intervento (disponibile nella pagina facebook di Oggi Milazzo), Formica ha spiegato che si tratta per lo più di debiti fuori bilancio antecendenti al suo insediamento e di cui non si sapeva nulla. Prima di prendere l’estrema decisione ha tentato tutte le strade possibili per evitare il secondo crack nel giro di pochi anni (quello precedente voluto dalla giunta Pino nel 2013 è stato annullato per motivi procedurali) e, nello stesso tempo, ha cercato anche con l’assunzione di due dirigenti di dare una marcia in più alla macchina comunale. «Non serve a nulla approvare il dissesto se poi non si modificano le condotte di spesa – ha detto il primo ciiadino di Milazzo – il dissesto non è la risoluzione dei problemi e non garantisce obbligatoriamente un percorso di sana gestione». L’esempio lampante, secondo Formica, sarebbe proprio l’ente che guida e lo stato in cui l’avrebbe trovato al momento dell’insediamento. Due gli esempi che ha portato: «Dopo il dissesto la spesa corrente è sempre stata in costante crescita ed ha mantenuto le difficoltà a riscuotere le entrate sia tributarie che extra. Nel 2013, ad esempio, a fronte di entrate per 13 milioni 300 mila euro sono state recuperate solo il 57,91% delle somme previste pari a poco più di 7 milioni». La nuova organizzazione che l’amministrazione ha dato al Comune è frutto delle azioni correttive richieste della Corte dei conti e dell’ispettore della ragioneria dello Stato Giovanni Logoteto. Formica ha anticipato che sarà potenziato il dipartimento finanze, riqualificato il personale per accrescerne la professionalità e sarà scelto un ente esterno per la riscossione dei tributi (ha escluso Riscossione Sicilia, però). «La Corte dei conti e l’ispettore hanno chiarito che dopo la dichiarazione del dissesto non erano mai state apportate concrete misure correttive per ridurre le spese correnti e, dunque, imponevano una serie di interventi – continua il sindaco – ha sottolineato, inoltre, gravi irregolarità contabili e il disordine con cui erano stati tenuti i conti nell’ultimo quinquennio. Contestava il continuo ricorso ad un uso distorto delle anticipazioni di cassa che provocava indebitamento improprio e aumento di spese a causa di aggravi degli interessi». Secondo Formica anche i dati dell’Osl, l’Organo straordinario di liquidazione, erano dati incompleti, in quanto venivano tenuti in considerazione solo le istanze dei debitori che hanno risposto al loro appello (complessivamente 18 milioni di euro e 15 milioni di debiti fuori bilancio). Ma non coincidevano con la ricognizione dei debiti fuori bilancio fatti dall’amministrazione e provenienti da sentenze dei giudici. L’accertamento, infatti, porta il debito a 44 milioni complessivi e un potenziale legato a sentenze future di altri 11 milioni di debiti derivanti da altre sentenze similari in termini di espropri. «I miei predecessori, invece, addirittura facevano credere che tutto era stato risolto e assegnavano presunti avanzi di amministrazone futuri (inesistenti nella realtà) e abbassavano le aliquote dei tributi, cosa che poi abbiamo dovuto annullare su richiesta della Corte dei conti». La riorganizzazione del personale ha portato ad un risparmio di 800 mila euro nell’ultimo anno. «In passato, come rilevato dall’ispettore Logoteto, si distribuivano integrazioni salariari ai contrattisti senza assegnare obiettivi – ha detto Giovanni Formica – inoltre, in assenza di una contrattazione sul salario accessorio dal 2010, abbiamo sospeso tutto. Altri facevano finta di nulla. Noi non siamo contro l’integrazione per un risparmio in se, ma dobbiamo anche fissare gli obiettivi in modo da recuperare molto di più dei soldi in più che spendiamo per pagare il personale». Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 3.971 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT