Crolli di intonaco ai Molini Lo PrestiMolini Lo Presti fuori dal Masterplan, Currò porta i sindaci a Roma 27 Dicembre 2015 Cronaca 7 Commenti Ciccio Italiano Come mai non è stato inserito il progetto di riqualificazione dei Molini Lo Presti all’interno del Masterplan per il Sud? Se lo sono chiesti in tanti visto che il comune di Milazzo ha preferito richiedere i fondi per un polmone verde nell’area Tribò (tra l’ex hotel Silvanetta e la Raffineria) con una rete di centraline per il monitoraggio ambientale (Giardini di Federico II). I Molini Lo Presti sono di proprietà comunale e in passato, l’ex amministrazione Nastasi, intendeva trasformarli in un polo direzionale dedicato al porto di Milazzo. Una sorta di “Porta delle Isole Eolie”. A spiegare il perchè di questa scelta è l’assessore ai Lavori Pubblici Ciccio Italiano. «Il masterplan prende in considerazione solo opere cantierabili dotate di interesse sovralocale e suscettibili di produrre effetti positivi di sviluppo economico di rilievo metropolitano – spiega il componente della giunta Formica – i progetti finanziati dovranno essere ultimati entro il 2017. Per i Molini Lo Presti c’è solo un progetto preliminare». I Molini rimangono abbandonati da anni. Una parte viene sfruttata come magazzino. La facciata esterna è oggetto di crolli di intonaci. Tommaso Currò Un ruolo importante all’interno del Masterplan se lo sta ritagliando il deputato mamertino Tommaso Curro (Pd) che ha fissato un appuntamento tra una delegazine di sindaci del messinese e il sottosegretario De Vincenti. «Sono riuscito ad ottenere la disponibilità ad incontrare dopo le festività la delegazione dei sindaci (quello di Messina e tre rappresentanti della zona jonica, tirrenica, nebroidea) e il commissario Romano per discutere di tutti e 12 i progetti e passare alle fasi successive» spiega Currò. «Mi sono fatto portavoce delle istanze degli amministratori locali ad avere un confronto con il sottosegretario e ho trovato la sua disponibilità – afferma – e quindi nelle prossime settimane ci sarà l’occasione per rappresentare direttamente, nel corso dell’incontro che si terrà a Roma, le esigenze di questo territorio. L’intervento specifico di Milazzo ha una notevole valenza perché punta alla salvaguardia ambientale e ci permette di avviare anche nuovi discorsi sui quali mi sono già impegnato, primo tra tutti quello dell’Area marina protetta divenuta ormai una realtà». Peppe Maimone Secondo Peppe Maimone, presidente dell’Adasc, quella di avere scelto il progetto dei Giardini di Federico II è un’ottima scelta. «Purtroppo gli improvvisati, chi non ha cognizione di causa, o pseudo ambientalisti che solo adesso si rendono conto della grave questione ambientale attaccano tale scelta gridando allo scandalo -scrive Maimone – Dovrebbero sapere che i progetti che possono essere finanziati attraverso questo strumento devono avere come requisito l’immediata cantierabilità (quindi progetto esecutivo) per consentire l’avvio dei cantieri entro il biennio 2016-2017. Inoltre dovrebbero conoscere nei dettagli l’utilità di un sistema di monitoraggio ambientale ma purtroppo l’improvvisazione e l’impreparazione in materia porta a commettere gravi errori. Il nostro territorio è dichiarato area ad elevato rischio di crisi ambientale dal 2002 e a tutt’oggi non dispone di una rete di monitoraggio della qualità dell’aria efficiente». Il progetto prevede l’acquisto di centraline di monitoraggio ambientale, la sistemazione di una vasta area interposta tra lo stabilimento industriale della Raffineria di Milazzo e il centro abitato con realizzazione di un parco urbano tematico, con sistemazione e mantenimento in sito dei reperti archeologici in atto presenti nel sottosuolo e piantumazione di essenze arboree autoctone ad elevata capacità di assorbimento di CO2. Il progetto prevede inoltre la ristrutturazione di due edifici di cui uno destinato ad ospitare uffici dell’Arpa dotandoli anche degli strumenti necessari per la loro opera di controllo e vigilanza ambientale. Da anni il territorio chiede al governo regionale l’istituzione di una sede periferica dell’agenzia regionale protezione ambiente utile in caso di eventi straordinari ma anche durante le emissioni odorigene che attanagliano i centri abitati «Le centraline di monitoraggio – conclude Maimone – sono assolutamente utili; i cittadini devono conoscere quali sostanze inquinanti respirano e in quali concentrazioni. Inoltre, per alcuni agenti inquinanti caratteristici di particolari cicli di produzione, sarà possibile inchiodare definitivamente l’azienda inquinante e chiamarla alle proprie responsabilità». Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 2.250 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT