La Raffineria di Milazzo non replica direttamente allo studio presentato dai comuni della Valle del Mela sulle conseguenze dell’incendio del serbatoio Tk-513 scoppiato nel settembre 2014. Si limita a riportare in una nota le risultanze dei controlli effettuati dagli enti che dopo l’incidente hanno monitorato  il territorio per verificare gli effetti nell’aria, nel suolo e, dunque nella catena alimentare. Lo studio presentato al Teatro Trifiletti dal professore Annibale Biggeri, commissionato dalle amministrazioni locali con un investimento di 7500 euro (Milazzo, Santa Lucia del Mela, San Pier Niceto e Monforte San Giorgio), ha sottolineato la comprensibile alterazione delle emissioni in quelle ore, frutto delle analisi di una serie di campionamenti (LEGGI QUI). La Ram, presente all’incontro – moderato dal presidente dell’Adasc Peppe Maimone – con alcuni rappresentanti tra cui il responsabile delle Relazioni esterne Luca Franceschini, sottolinea che  dal punto di vista delle conseguenze sanitarie a breve e medio termine e degli effetti sulla catena alimentare, non sono state riscontrate anomalie. Risultanze che in realtà rispecchiano anche lo studio Biggeri.

L’azienda petrolifera ricorda, citando una lettera del prefetto di Messina Stefano Trotta, che l’Asp, azienda sanitaria provinciale, ha svolto campionamenti sui prodotti di aziende agricole del comprensorio del Mela, iniziata fin dal 3 ottobre 2014,  alla ricerca di specifici inquinanti come Ipa, Cadmio, Piombo, oltre al monitoraggio dell’insorgenza di patologie correlabili con l’evento in questione. I dati raccolti hanno evidenziato una scarsa incidenza di accessi presso i presidi di assistenza sanitaria su tutto il territorio interessato dall’evento per patologie correlabili alla esposizione ai fattori nocivi eventualmente sprigionatisi durante l’incendio del serbatoio TK 513.

«L’Asp – scrive la Raffineria – ritiene dunque di potere concludere che l’analisi dei dati epidemiologici raccolti consente di escludere qualsiasi situazione di allarme per la salute degli abitanti del comprensorio della valle del Mela, riservandosi comunque di fornire ulteriori aggiornamenti quando verranno acquisiti i risultati degli esami in corso all’Istituto Zooprofilattico di Palermo». L’Asp con ota del 9 dicembre 2014, ha comunicato – inoltre –  che le analisi effettuate su n. 13 campioni di ortofrutta, prelevati per monitoraggio ambientale a seguito dell’incendio sviluppatosi presso la Raffineria di Milazzo hanno dato esito negativo.

L’Arpa – continua la Ram – invece, ha continuato a svolgere l’attività istituzionale ordinaria riguardante le centraline (“Termica Milazzo” e “C. da Gabbia-Pace del Mela”) della rete di monitoraggio della qualità dell’aria dove sono giornalmente acquisiti i dati dei parametri come prescritto dal D.Lgs. 155/10. «Dall’analisi dei dati registrati dalle suddette centraline non si registrano variazioni significative nelle concentrazioni misurate, riferibili alla normativa che prevede valori di concentrazione degli inquinanti come medie giornaliere ed annuali», ha scritto subito dopo l’incendio l’Agenzia regionale protezione dell’Ambiente..

Il  rapporto finale dell’indagine conoscitiva sullo stato di salute della vegetazione coltivata e spontanea nella Valle del Mela  svolta dall’Università di Pisa nei giorni immediatamente successivi all’incendio del 27 settembre ha sottolineato «che la situazione fitosanitaria all’esterno della raffineria – dal punto di vista sia qualitativo che dell’incidenza – non presenta elementi che lascino intravedere uno stato di stress di origine sia biotica che abiotica della vegetazione fuori dall’ordinario».

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ambientalistapuro
ambientalistapuro
8 anni fa

ma non mi rendo conto come ancora date risalto ad un pseudo ambientalista che continua a brancolare nel buio cercando di strumentalizzare la salute umana per farsi pubblicità e lo fotografate pure!!!

Incredibile
Incredibile
8 anni fa

Incredibile gli organi preposti non valgono a niente! Ci affidiamo a esperti di parte!Una scelta contro ogni regola istituzionale e ancora piu’grave che venga promossa a pagamento dai SINDACI !

Nessuno
Nessuno
8 anni fa

Paradossale il fatto che i comuni diano incarico ad esperti esterni compreso il comune di milazzo quando gli organi istituzionali Asp e Arpa gia’sierano espressi.ma se non erano sufficienti i loro studi bisognava rivolgersi ad altri organi istituxiinali superiori e non a esperti pagati per rilascisre pareri.siamo nelle mani di nessuno!

Valledelmela
Valledelmela
8 anni fa
Reply to  Nessuno

Quindi il controllore deve controllare se stesso. Arpa e Asp che sono dello Stato devono controllare la Raffineria dell’Eni che è dello Stato . Tutto in famiglia. E i risultati si vedono.