Peppe Marano e Silvana GiglioneMarano lancia ramoscello d’ulivo all’Eni: «La Raffineria di Milazzo non deve chiudere» 16 Maggio 2015 Cronaca 11 Commenti GUARDA IL VIDEO. «Non ho mai detto che la Raffineria di Milazzo deve chiudere. Saremmo dei pazzi. Mi chiedo solo perchè a 200 chilometri di distanza, a Gela, si investono 2 miliardi 200 milioni di euro pe rla riconversione degli impianti mentre a Milazzo no». Nel comizio di apertura della campagna elettorale, in Piano Baele, il candidato a sindaco Peppe Marano (Milazzo Green), lancia un ramoscello di ulivo all’Eni, da sempre nel suo mirino politico (specialmente da quando l’azienda l’ha citato per danni a causa di alcune dichiarazioni ritenute lesive). Il leader della lista civica Milazzo Green, ieri sera, alle 19, ha parlato ad un centinaio di cittadini. Sul palco anche Silvana Giglione e un supporter milanese, Gaetano, che da otto anni vive a Milazzo ed ha raccontato il territorio dalla sua prospettiva. «Il cambiamento dipende da voi – ha tuonato Giglione, a capo di comitati ambientalisti della Valle del Mela – dal vostro voto. Dovere scegliere liberamente, ma dovete ascoltare bene non tanto quello che vi dicono gli altri, ma quello che non vi dicono, dovete stare attenti a quali argomenti non trattano e cercare di capirne il motivo». Poi è intervenuto Gaetano si è definito “innamorato della vostra terra”. Ha fatto un paragone tra il mare di Milazzo (“stupendo”) e quello impietoso di località balneari come Milano marittima o Rimini che però sfruttano appieno le risorse creando economia. «Qua, invece, fanno solo le rotonde», ha chiosato. Il microfono poi è passato a Marano. La prima frecciata al Pd. «Il sindaco Carmelo Pino e Giovanni Formica sono due facce della stessa medaglia. Pino è diventato sindaco grazie all’apparentamento tecnico con Pino». Poi – tra le perplessità dei presenti – ha sostenuto di non avere mai ipotizzato la chiusuta della Raffineria. «Noi vogliamo la riconversione mantenendo il livello occupazionale. Io dico discutiamone. Noi non siamo come il Pd che sostiene che questo è il modello economico esistente e che ce lo dobbianmo tenere per altri dodici anni. A noi non basta l’assunzione di qualche centinaio di ragazzi per pochi mesi grazie alle “fermate tecniche” e gli altri 9 mila disoccupati di Milazzo che fanno?». Marano ha toccato altri argomenti: creazione di un “ufficio opportunity” per aiutare i giovani ad intecettare finanziamenti europei; ha annunciato che se diventerà sindaco taglierà gli stipendi ai dirigenti e alle posizioni organizzative per rimpinguare i capitoli del welfare per aiutare le famiglie indigenti; ha contestato l’alto numero degli stalli a pagamento nel centro cittadino (“troppe multe”); espresso solidarietà nei confronti degli ex lavoratori della Compagnia Garibaldi che si occupavano della movimentazione delle merci nel porto rimasti senza lavoro; ha promosso una politica senza l’influenza delle lobby industriali. In conclusione ha contestato «il patrimonio dilapitato dal sindaco Carmelo Pino in avvocati pur di fare la battaglia ai consiglieri». Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 3.575 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT