Tutti contro Salvo Presti. Il regista milazzese nel giro di poche ore è passato dal nuovo che avanza al più vecchio dei politici che si “vendono” per una poltrona. Nessuna via di mezzo o tentativo di capire cosa abbia generato il passo indietro nella corsa a sindaco nell’ambito di una ricomposizione del Pd. Non c’è politico o cittadino che non abbia commentato (e spesso attaccato) Presti per il suo gesto che ha avuto l’unica pecca di una pessima gestione della comunicazione. Un “tiro al bersaglio” indirizzato a chi non fa il politico di professione ma che si era messo a disposizione di un progetto di ispirazione civica all’interno del Pd che – a questo punto – sta diventando esagerato. Ed ecco che arriva il chiarimento di Salvo Presti con una nota che pubblichiamo integralmente nel tentativo di fare chiarezza:

Comprendo lo smarrimento, l’amarezza e la disillusione di chi ha sostenuto la mia candidatura a sindaco e allo stesso modo voglio assicurare che non mi è stato facile decidere, se non con responsabilità e buon senso, di rimodulare un percorso già avviato da lungo tempo e scegliere di proseguire nel nostro progetto.

In Sicilia il dinamismo renziano si misura quotidianamente con il gattopardismo politico e nella nostra provincia tali resistenze sono state acuite dalle note vicende giudiziarie i cui effetti hanno travolto il partito. A Milazzo questo si è tradotto con la mancata celebrazione delle primarie, volute con forza dalla nostra area di appartenenza, “Big Bang – Milazzo”: sono convinto che avrebbero rappresentato un primo passaggio di democrazia partecipata ma l’esito, a tutti noto, è stato quello di essere malamente silenziate.

In questo scenario abbiamo scritto ai vertici nazionali e regionali del partito, e chiesto spiegazioni su un contesto così confuso agli occhi dell’opinione pubblica. Nel protrarsi del caos politico, l’amore per un progetto credibile, il patrimonio straordinario di idee e competenze, l’entusiasmo, li abbiamo ritenuti ottimi motivi per spingerci a concorrere comunque alle elezioni amministrative. Ma è davanti all’appello del segretario regionale del PD, Fausto Raciti, che abbiamo raccolto l’invito al dialogo con l’impegno di un cambiamento e la sicurezza di un percorso politico condiviso. Un nostro rifiuto avrebbe significato presunzione e il rischio di continuare in lacerazioni dannose per tutti, consegnando agli elettori solo confusione e divisioni. Con questa consapevolezza e il rispetto e la garanzia della nostra identità, abbiamo nuovi compagni di viaggio, pubblicamente impegnati a valorizzare quel patrimonio, la nostra personalità, la nostra visione del futuro di Milazzo.

Sono giunti puntuali gli attacchi degli “addetti ai lavori”: i politicanti, quanti hanno interesse a che “tutto cambi affinché nulla cambi”, i falsi uomini liberi, gli improbabili ricercatori della domenica, i lacchè prepotenti, i “rivoluzionari” di Facebook o dietro commenti anonimi. Frasi scontate di chi ha fatto della politica una professione, sicuro di azionare, in vista delle elezioni, una macchina programmata su una idea feudale del consenso elettorale e mossa mediante le mani di deputati, non milazzesi, ben affondate sulla città. Di chi orienta il voto esercitando pressioni nel mondo della scuola e del lavoro. Di coloro che sputano sentenze, pur avendo governato, e che non hanno mai avviato un piano turistico con la responsabilità di aver promosso politiche culturali improvvisate e di scarso profilo. Autoproclamati detentori della cultura che, avvitati nel proprio narcisismo, hanno abbandonato ad una dimensione paesana di oblio ogni attrattiva paesaggistica, naturale, artistica di cui Milazzo è dotata. Questi sì che rappresentano davvero un’armata brancaleone gestita dall’alto.

E che dire dei “finti nuovi”? Poco prima ci rincorrevano per alleanze spregiudicate, poi, non avendo ceduto alle loro sirene ammaliatrici sono stati pronti ad etichettarci sulla stampa come fautori di “giochi di potere”, per stringere infine essi stessi patti scellerati su imposizione della peggiore e più disparata compagine politica. Sono forse loro a potersi arrogare il diritto di puntarci il dito contro? E su che basi?

Mi rivolgo ai nostri sostenitori, a quanti ci apprezzano, ai tanti che in questi mesi ho potuto conoscere e che hanno supportato la nostra proposta politica, a Voi in particolare dico che “Milazzo è ancora Bellissima” prosegue con più forza e più decisione. I nostri volti e le nostre energie si impegneranno per raggiungere questo obiettivo senza se e senza ma. Il dialogo, il confronto costante e la coerenza con noi stessi saranno l’unico criterio con cui ci misureremo sempre. “Milazzo è ancora Bellissima” nonostante le ferite e i lividi che fanno parte della politica e della vita.

Salvo Presti

Subscribe
Notificami
guest
9 Commenti
Newest
Oldest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
Letterio
Letterio
8 anni fa

Salvo sei indifendibile.

Paolo
Paolo
8 anni fa

Carissimo signor Presti ormai, non si offenda, ne abbiamo le scatole piene delle frasi fatte, il gattopardismo, le frasi di circostanza. L’immobilismo di cui parla è figlio anche di chi parte lancia in resta e si ferma appena prende la rincorsa. Questa politica, ormai malata grave anche grazie al renzismo rampante, è una deriva del linguaggio peggiore. Milazzo aveva una idea di politica nuova e pulita che purtroppo si è scontrata immediatamente con beghe interne che ne hanno sancito il funerale. I concorrenti in lizza sono, chi più chi meno, figli di anni di mala politica comunale e ne stiamo… Leggi il resto »

Olga F.
Olga F.
8 anni fa

Excusatio non petita, accusatio manifesta;
fossi stato zitto avresti guadagnato, in immagine e in voti.

pippu di scupi
pippu di scupi
8 anni fa

“ma l’esito, a tutti noto, è stato quello di essere malamente silenziate” . Ma chi le ha silenziate malamente? Mi pare che la foto ritragga gli stessi personaggi di oggi! Ma chi vuole prendere in giro? I milazzesi, quelli veri, hanno capito tutto!

ciccio
ciccio
8 anni fa

Dinamismo renziano? Per fare solo chiacchiere. Democrazia partecipata alle primarie del PD? E chi ci crede? Sono una buffonata