Anche stavolta nessun commento da parte del sindaco Carmelo Pino sul secondo ricorso rigettato dal tar ai consiglieri comunali, il primo cittadino, però, ha ritenuto di rispondere al presidente del Consiglio, attualmente sospeso, Rosario Pergolizzi che ha rilasciato alcune dichiarazioni agli organi di stampa. “Evidentemente – afferma il sindaco – il presidente del consiglio comunale ancora non si rassegna. Non si rassegna nell’ammettere di essere stato l’artefice del commissariamento del consiglio comunale ostinandosi a non portare in aula la proposta di delibera di dissesto nonostante l’espressa e formale richiesta di un gruppo di consiglieri comunali. Non si rassegna ad ammettere il disastro che è stato determinato da quanti nel recente passato hanno sotterrato con una montagna di debiti i cittadini di Milazzo».

Carmelo Pino

«E non si rassegna a comprendere – continua Pino – che l’adesione a quella norma che gente come lui, in questa situazione, continua a definire, Salva Comuni” avrebbe significato veramente la morte della città che per dieci anni sarebbe stata paralizzata. Basta guardare gli aumenti tariffari previsti dal nostro Comune, che come avevamo detto riguarderanno solo Imu e Irpef e quanto invece è stato previsto dai piani pluriennali di rientro della città capoluogo di provincia. Dieci anni di lacrime e sangue a beneficio esclusivo di “pochi politici” a scapito dei cittadini. Noi amiamo veramente Milazzo. Lui chi ama? Fa bene a dichiarare che continuerà a guardare con attenzione a quello che farà questa Amministrazione. Avrà modo sicuramente di apprendere come si amministra onestamente e bene una comunità», conclude il sindaco. Il Tar di Catania ha rigettato il secondo ricorso presentato dai consiglieri comunali per l’adozione della sospensiva avverso la nomina del commissario e la successiva approvazione della delibera di dissesto. Per il presidente Ferlisi anche questa volta non sussistono presupposti per l’accoglimento della sospensiva e dunque è stato confermata la Camera di consiglio del 27 febbraio per la trattazione collegiale del ricorso. Già nelle scorse settimane con altro decreto analoga richiesta era stata respinta “non solo per il profilo della non specificata intempestività, ma anche per la ritenuta coerenza (giuridica e procedimentale) dei provvedimenti prefettizi impugnati con le determinazioni già assunte dalla Corte dei Conti, specie laddove questa ha ritenuto inammissibile la procedura posta dal Comune ex D.L 174/2012”.