“Nei prossimi mesi sarà molto difficile poter garantire il pagamento degli stipendi dei dipendenti e, ciò nonostante, leggiamo quasi giornalmente le scriteriate dichiarazioni di qualche consigliere comunale che continua a dire che le casse del comune sono a posto e che i soldi non mancano. Personaggi che debbono preoccupare anche perché dichiarano che se ci sono i soldi per pagare gli assessori non c’è il dissesto. Farebbe bene, questo consigliere, ad evitare di fare ricordare ai cittadini di come mentre al comune di Milazzo i mandati di pagamento dei fornitori erano fermi al gennaio del 2007, lui e la sua equipe erano stati regolarmente saldati come consiglieri e come assessori al dicembre del 2009. Chi ha più da vergognarsi?”.

pippo midili

Facendo riferimento all’occupazione del consiglio comunale da parte di un gruppo di consigliere per protestare i mancati adempimenti dell’Amministrazione per tentare di evitare il dissesto, l’assessore alle Finanze, Giuseppe Midili è costretto a replicare per l’ennesima volta con la seguente nota per chiarire la posizione dell’Amministrazione. Midili, per la prima volta, paventa la difficoltà a pagare gli stipendi dei dipendenti del municipio di Milazzo. Ecco la nota integrale:

 

“Appare pretestuoso l’atteggiamento assunto da un piccolo gruppo di consiglieri comunali che continuano a non comprendere la gravità del momento per il Comune di Milazzo, preferendo colpi di scena ad effetto piuttosto che affrontare con notevole senso di responsabilità la grave situazione economico finanziaria dell’Ente. La superficiale e fuorviante interpretazione da loro data alla determinazione assunta in data 19 luglio 2012 dalla Corte dei Conti, crea non pochi disagi ai cittadini ed agli stessi dipendenti comunali. Consiglieri che, dopo avere votato una mozione ( in data 31/07/2012) nella quale veniva chiesto di predisporre una delibera di consiglio comunale per l’adozione di misure correttive tali da poter evitare la dichiarazione di dissesto e, sicuramente dopo avere compreso che le misure da loro stessi proposte sono ben lontane dal potere salvare il comune di Milazzo, adesso cercano l’ulteriore salvagente per indicare che è colpa dell’amministrazione in carica se non riescono a salvare il Comune dal dissesto finanziario.

Consiglieri che in prima persona o per attuale rappresentanza, hanno governato questa città negli ultimi dieci anni e che quindi bene farebbero ad evitare qualsiasi tipo di discussione rispetto a responsabilità più o meno presunte. I Consiglieri lamentano una serie di adempimenti che l’amministrazione non avrebbe assunto impedendo quindi a loro di potere porre in essere quanto, è bene ribadirlo, è di loro competenza. Vale a dire che la proposta e l’adozione delle misure correttive richieste è di esclusiva competenza del Consiglio Comunale come sottolineato dalla corte dei conti e come previsto nella normativa vigente ( l. 266/2005 art. 1 comma 168) tanto che la corte dei conti invita proprio il presidente del consiglio a predisporre e far adottare al consiglio comunale tutte le necessarie misure correttive ritenute idonee al fine di rientrare dalle gravi situazioni economico finanziarie dell’Ente dando un termine di 60 giorni. Tutto questo dopo che la stessa Corte ha sottolineato che comunque, qualora lo ritenessero necessario, i consiglieri comunali possono deliberare autonomamente il dissesto finanziario.

In maniera poco responsabile, adesso i consiglieri comunali vogliono far capire che se non vengono fatti prima gli adempimenti finanziari richiesti dalla Corte dei Conti, loro sono impossibilitati a varare le misure correttive. Sbagliato, superficiale e pretestuoso. Le misure correttive sono indipendenti da qualsiasi altra formalità richiesta. Lo dimostra il fatto che la stessa corte indica chiaramente che negli anni precedenti al 2010 sono state commesse tante irregolarità finanziarie da inficiare lo stesso bilancio consuntivo del 2010 che quindi, a smentita totale della inesattezza dichiarata dai cinque consiglieri occupanti, non è stato presentato in maniera falsa dall’Amministrazione Pino, anzi la stessa Corte, nella determinazione n. 203 del 2012 da atto all’amministrazione Pino di avere messo in luce ed in maniera inequivocabile tutte le gravi e grandi anomalie contabili esistenti nel bilancio del Comune di Milazzo. Ma d’altra parte la corte sapeva già quante difficoltà economiche e quante gravi irregolarità erano state negli anni commesse visto che dal lontano 2008 chiedeva al presidente del consiglio ed ai consiglieri comunali di Milazzo di adottare misure correttive idonee ad evitare il dissesto finanziario. Misure correttive che mai, fino ad oggi, sono state proposte in aula ne adottate. Gli atteggiamenti ambigui dei consiglieri debbono avere fine. Lo si deve alla responsabilità civile prima che politica.

Nei prossimi mesi sarà molto difficile poter garantire il pagamento degli stipendi dei dipendenti e, ciò nonostante, leggiamo quasi giornalmente le scriteriate dichiarazioni di qualche consigliere comunale che continua a dire che le casse del comune sono a posto e che i soldi non mancano. Personaggi che debbono preoccupare anche perché dichiarano che se ci sono i soldi per pagare gli assessori non c’è il dissesto. Farebbe bene, questo consigliere, ad evitare di fare ricordare ai cittadini di come mentre al comune di Milazzo i mandati di pagamento dei fornitori erano fermi al gennaio del 2007, lui e la sua equipe erano stati regolarmente saldati come consiglieri e come assessori al dicembre del 2009. Chi ha più da vergognarsi?. Questa amministrazione in appena due anni ha pagato, in ordine cronologico e con grande senso di responsabilità, oltre due anni e mezzo di arretrati. Non tirino quindi fuori scuse inutili e che servono solo a passare da vittime. I consiglieri comunali abbiano il coraggio di trovare le necessarie misure correttive, qualora ve ne fossero, oppure abbiano il coraggio di prendere definitivamente atto della situazione, ammettere di avere avuto fino ad oggi torto e ridiano alla città quella speranza di rinascita che fino ad oggi hanno bloccato in tutti i modi”.