Nelle sale di palazzo D’Amico fino all’8 luglio, sarà possibile visitare la mostra “Resine, aforismi e pensieri notturni” di Antonello Arena, curata da Teresa Pugliatti e Luigi Ferlazzo Natoli. In esposizione sculture, oggetti d’art design, installazioni luminose e multimediali, il cui allestimento è stato curato dal consulente per gli eventi culturali del presidente della Provincia regionale e, Saverio Pugliatti. Sabato scorso alla presenza del sindaco Carmelo Pino e dell’assessore alla Cultura, Stefania Scolaro si è svolta la cerimonia di inaugurazione alla quale hanno partecipato numerosi ed interessati visitatori.

L’inaugurazione della mostra

Una mostra infatti che merita di essere visitata. Il modo migliore per entrare in contatto con le opere in mostra a Palazzo D’Amico è innanzitutto quello di rinunciare ad ogni forma di concettualizzazione e contemporaneamente di lasciare spazio all’ “incanto”, in modo tale da assaporare il piacere di scoprire che l’arte è continua esplorazione, condivisione di sensazioni e godimento del bello. Antonello Arena non ha verità da filtrare e, conseguentemente, non realizza oggetti che offrono risposte. E non è casuale che le forme delle sue opere non siano mai “finite”, ovverosia concluse. Spesso si presentano sfrangiate, appuntite, eppure non inducono a riflettere sulla disarmonia. Anzi, la escludono e di contro sembrano essere state pensate per far emanare alla materia tutta la sua particolare forza vitale. La materia che fa da filo conduttore in questa mostra è la resina. E la particolarità delle opere in esposizione sta proprio nel fatto che gli strati di resina sembrino essere stati utilizzati per “accogliere” al suo interno gli oggetti che quotidianamente usiamo o abbiamo usato. Per preservarli dal tempo che trascorre e perché sia custodita la forza evocativa che da essi riaffiora. Nel mixare l’elemento naturale con luci, foto, ritagli di giornali o oggetti d’uso comune, come gli orologi, le bambole, le figurine Panini, Arena fa in modo che la materia diventi soggetto dell’opera d’arte. Arena – come sottolinea nella presentazione del catalogo Teresa Pugliatti – “…anche se nelle sue opere utilizza gli «oggetti d’uso» della pop art, finisce per dar loro una dignità estetica che è l’opposto della filosofia della pop art”.