La riteneva responsabile della rottura con la moglie, cugina della vittima, così l’ha aspettata fuori dalla chiesa il giorno di Pasqua e le ha gettato in viso del liquido corrosivo. Con queste accuse  i carabinieri della Stazione di San Filippo del Mela hanno eseguito ieri sera  un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Autore del gesto – secondo le accuse mosse in questa fase delle indagini – sarebbe un 65enne barcellonese, già noto alle Forze dell’Ordine, ritenuto responsabile del delitto di lesioni personali aggravate, commesso in pregiudizio di una donna di 66 anni.

Il provvedimento restrittivo scaturisce dagli esiti delle indagini svolte dai Carabinieri della Compagnia di Milazzo coordinati dal capitano Andrea Ortolani, a seguito delle lesioni subite da una donna di San Filippo del Mela che la sera di Pasqua era stata attinta al volto da un liquido corrosivo gettato da un uomo che le aveva procurato gravi lesioni, motivo per il quale era stata trasportata al Policlinico Universitario di Messina per le cure del caso. Dal complesso delle indagini svolte dai militari dell’Arma, segnatamente alle dichiarazioni rese dalla vittima e dalle dichiarazioni di alcuni testimoni, «era emersa una marcata ostilità dell’indagato nei confronti della donna, alla quale egli addebitava la rottura della propria relazione con la moglie, cugina della vittima».

Nel corso delle successive indagini, i Carabinieri hanno perquisito l’abitazione dell’indagato sequestrando gli indumenti indossati dall’uomo poiché, in particolare le scarpe, presentavano evidenti segni di deterioramento riconducibili a contatto con sostanza corrosiva. Inoltre, dalla visione e dalle analisi dei filmati estrapolati da un sistema di videosorveglianza installato in prossimità del luogo dove era stato consumato il delitto, è stata accertata la presenza dell’indagato proprio nell’arco temporale in cui era avvenuta l’aggressione.

Sulla base dei gravi indizi di colpevolezza raccolti, il G.I.P. ha ritenuto sussistente la premeditazione del delitto ed ha pertanto disposto a carico a carico dell’indagato la misura cautelare degli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico.