Alla Raffineria di Milazzo sono in corso operazioni preliminari in vista del riavvio dell’impianto del ciclo benzina oggetto di un blocco avvenuto il 6 agosto. Dall’esterno, nel pomeriggio, per poco meno di un’ora è stato visibile del fumo intenso che fuoriusciva dalla torcia ma non si tratterebbe di disservizi o nuovi blocchi. Come risulta ad Oggi Milazzo (che ha raccolto decine di segnalazioni dei lettori) i tecnici stanno facendo «verifiche elettriche che comportano spostamenti di carichi tra alimentazioni diverse». Le operazioni sarebbero state comunicate in anticipo alle istituzioni preposte. Dopo il guasto i vertici della Ram hanno deciso di bloccare l’impianto per verificare con calma le cause e porvi rimedio in modo da riattivarlo nel massimo della sicurezza. Il riavvio vero e proprio avverrà nei prossimi giorni.

La vicenda ha destato molte polemiche poiché avvenuta in piena stagione estiva. Nei giorni scorsi il circolo Pd guidato da Salvatore Gitto ha diffuso un comunicato nel quale chiede all’amministrazione Midili di «attivarsi concretamente a porre in essere gli strumenti idonei alla partecipazione ed al confronto fra tutte le parti in causa» in modo da evitare simili fenomeni che hanno messo «riportato prepotentemente alla ribalta il tema della sostenibilità degli impianti industriali nella Valle del Mela». «Non è pensabile lasciare tutto al dubbio e all’improvvisazione» tuona il Pd.

«L’immagine che ne viene fuori, soprattutto mediante i social, è in netto contrasto con le ambizioni di una città come Milazzo, che si candida giustamente ad un ruolo sempre più centrale nel panorama turistico nazionale, anche in virtù delle attività di AMP che vanno via via concretizzandosi», si legge nel comunicato.

Il Pd contesta «in primo luogo la comunicazione tempestiva alla popolazione su quanto sta avvenendo. Sappiamo bene il ruolo importantissimo che riveste la percezione del rischio nella cittadinanza, ed è impensabile che questa venga lasciata alla libera interpretazione di chi prova ad informare, con un balletto fra coloro che provano a minimizzare e chi invece fa a gara per esaltare gli aspetti negativi. A questo si lega un secondo aspetto, che è quello di avere a disposizione strumenti idonei affinchè questi fenomeni, che debbono avere ovviamente un carattere di estrema eccezionalità, siano gestiti in maniera strutturata e permettano alla cittadinanza l’accesso a dati e informazioni certi e tempestivi, soprattutto per quanto riguarda le eventuali conseguenze nel tempo. Alcuni anni fa era stata presa dal comune di Milazzo l’iniziativa di istituire un Gruppo di lavoro permanente con la partecipazione, oltre che dell’Ente, della stessa RAM, degli organi preposti al controllo, delle associazioni ambientaliste».

 

 

 

 

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Galileiano
Galileiano
2 anni fa

Cont. Quando valorosi milazzesi negli anni 50 hanno costruito: Il lido azzurro, il camping Silvanetta di Filippino Muscianisi che per quattro mesi l’anno era capace di riempire con facoltosi turisti tedeschi; il lido Cirucco dell’avv. Ninì’ Bassarelli che era capace di riempire per tutta una stagione con turisti inglesi procurati a Londra in Shaftesbury Avenue. Qui chiudo. Meditate milazzesi……

Galileiano
Galileiano
2 anni fa

Cont. La raffineria ha distribuito e sta distribuendo mensilmente circa 4 milioni di €, fra stipendi dei dipendenti diretti, indiretti, rimorchiatori, agenzie marittime, tributi e servizi vari. Qualora venissero a mancare (messaggio per il sindaco) come si intende rimpiazzarli? Con il turismo della mezza birra? Il treno del vero turismo è passato 70 anni fa.

uomodellastrada
uomodellastrada
2 anni fa
Reply to  Galileiano

ma dove sta scritto che si devono dare soldi a pioggia per un industria che uccide lentamente?? hanno mangiato abbastanza per oltre 60 anni….

Galileiano
Galileiano
2 anni fa

Non sono soldi a pioggia, sono stipendi che mandano avanti la vita di famiglie milazzesi e di cui ne benefici pure tu. Senza quelle risorse Milazzo sarebbe stramorto. Certo sarebbe molto meglio trasferire la raffineria e le industrie in generale altrove, ma mi auguro, per il bene di tutti, che tu abbia qualche idea concreta di come eventualmente rimpiazzare quelle risorse, altrimenti comincia a farti il biglietto per espatriare pure tu. E non ribattere con la chimera del turismo che è diventato l’alibi perfetto di alcuni nostri concittadini…..anche il cattivo turismo inquina, e come!

Galileiano
Galileiano
2 anni fa

Cont. Vorrei che i miei concittadini milazzesi la finissero di sparare min*hiate e parlassero finalmente di cose certe, citando possibilmente le fonti, perché il problema è molto serio. Qualora qualcuno decidesse in un futuro molto lontano di demolire gli impianti, come è stato per il petrolchimico di Priolo, la forza lavoro sarà di circa 100 operai di bassa specializzazione per circa sei mesi.

Tony
Tony
2 anni fa
Reply to  Galileiano

ma che ti sei fumato? con l’ andazzo dei lavori che si usa fare qui con 100 operai non smonti nemmeno la tua macchina

Galileiano
Galileiano
2 anni fa

Cont. Leggi dello stato Italiano: DECRETO-LEGGE 22 giugno 2012, n. 83Decreto sviluppo/semplificazioni. Legge fatta per chiudere la raffineria di Gela e vale anche per Milazzo. In soldoni: Eni è autorizzata a chiudere e non è obbligata a bonificare gli impianti e demolire gli impianti; Milazzo rimarrà deposito costiero. Quindi nessuna bonifica e nessuna demolizione.

Galileiano
Galileiano
2 anni fa

Boni boni. E’ già tutto scritto, sarete accontentati, ci sono già le leggi. Leggi già emanate della comunità europea per ridurre le emissioni di CO2 del 50% entro il 2030 e a zero entro il 2050. Il 2030 è alle porte e nessuno, a oggi, e dubito domani, sarà in grado di ottemperarle. Tante raffinerie chiuderanno e quella di Milazzo sarà tra le prime. Cont.

klaus
klaus
2 anni fa
Reply to  Galileiano

Chiusa la raffineria, per ammazzare le mosche, che ne dite di un bell’impianto per bruciare monnezza, ma lo chiameranno “termovalorizzatore ad alta efficienza elettronica con recupero delle fumatine, controllato al Cuazzo! Chiudendo gli occhi con mazzette a questo e quello, se po’ fa’, se po’ fa!