Simone Magistri

POLEMICHE. Partiamo da due punti fermi. La figura del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza non è obbligatoria e non avrebbe potuto fare nulla in maniera diretta per risolvere le spinose questioni che riguardano il mondo minorile a Milazzo.
Però, parlando di una figura che si occupa professionalmente di adolescenti e che conosce bene le loro problematiche, sarebbe stata sicuramente di grande supporto all’Assessorato comunale ai Servizi sociali in un momento di disagio sicuramente accentuato dalla pandemia.
Detto questo, la puntualizzazione dell’assessore Simone Magistri guarda, per un verso, alla decisione politica presa dal Consiglio comunale, per altro, tenta di non sconfessare l’operato dei Servizi Sociali seppur, fino ad ora, non siano riusciti ad arginare un problema ben più grave della semplice strumentalizzazione politica.
Per cui, non c’è da stupirsi se la bocciatura della proposta presentata dal consigliere Antonio Foti di istituire il Garante comunale per l’Infanzia è tornata in mente a buona parte dei milazzesi quando, sabato scorso, la stampa online locale, si è trovata costretta, ancora una volta, a parlare di risse scatenate da minorenni. E che siano casi singoli o di gruppo, o che venga ripescata l’annosa questione della carenza d’organico, poco importa.

«Con riferimento all’articolo di stampa locale online – scrive in un comunicato stampa l’assessore ai servizi sociali Magistri – riportante alcune dichiarazioni del consigliere Foti e di un gruppo civico locale relativo alla mancata istituzione del garante comunale per i diritti dell’infanzia, ritengo opportuno evidenziare la strumentalizzazione a fini politici di una vicenda tanto grave quanto delicata che ha coinvolto un minore residente in città già seguito dai servizi sociali comunali, a dispetto di quanto si ritiene. Correlare, come si intende fare, la mancata istituzione della figura del garante comunale per i diritti dell’infanzia all’episodio avvenuto nei giorni scorsi  evidenzia, se mai ce ne fosse bisogno, una scarsa conoscenza della figura del garante che in questa, così come in altre ipotesi similari, ben poco avrebbe potuto fare, non essendo dotato di poteri di intervento diretto, ma soprattutto evidenzia la poca conoscenza del sistema di presa in carico dei minori che coinvolge non solo i servizi sociali comunali, ma tutta una serie di altre strutture competenti in materia che da anni fronteggiano non senza difficoltà numerose problematiche, specie in termini di carenze di organico, sulle quali sarebbe necessario intervenire, ben prima dell’istituzione del garante dell’infanzia».
«Sempre in riferimento alla sterile polemica avviata sulla mancata istituzione della figura del Garante dell’Infanzia – prosegue l’esponente della giunta Midili – è appena il caso di sottolineare che tale figura non è obbligatoria poiché esiste già un’analoga figura a livello regionale con identici poteri esercitabili anche in ambito locale su impulso di liberi cittadini ed associazioni. Considerazioni, queste ultime, condivise di recente dall’amministrazione proprio con lo stesso Garante regionale per i diritti dell’infanzia con il quale già da qualche mese è stata avviata un’interessante interlocuzione. A ciò va aggiunto come l’amministrazione già da mesi è impegnata, lontana dai riflettori, sul fronte della tutela dei minori con molteplici iniziative e servizi che vedono la stretta collaborazione, a dispetto di quanto si ritiene, con gli istituti scolastici, le competenti strutture sanitarie e giudiziarie ed il mondo dell’associazionismo. Si è quindi ritenuto opportuno, almeno in questa fase, non ingolfare ulteriormente il sistema ed il percorso già avviato con l’istituzione di tale figura, specie alla luce della costituzione di un organismo autonomo ed indipendente, quale il tavolo permanente sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza di recente istituito in seno alla consulta del terzo settore»