La massiccia presenza di chiazze oleose lungo le coste di levante – quelle di Vaccarella soprattutto, ma anche quelle del Capo, dove le reti salpate dai pescatori all’indomani del 22 novembre recavano e recano ancor oggi evidenti tracce di melma nera dall’inconfondibile odore di carburante – stanno mettendo a dura prova la pazienza dei pescatori milazzesi, già esasperati dal caro-gasolio e dai sempre più magri guadagni, dalla crescita irragionevole dei pontili galleggianti e dalla progressiva erosione del tratto di spiaggia disponibile per ricoverare le proprie imbarcazioni, dai continui danni procurati alle reti dai delfini sempre più agguerriti e dall’ignoranza irrispettosa dei diportisti che spesso e volentieri se ne infischiano di bandierine e segnali luminosi, inconvenienti, questi, cui si aggiungono adesso queste chiazze oleose, con le conseguenze terribili che è facile immaginare.

 

 

 Di chi è la colpa di questi sversamenti in mare? Secondo l’uomo della strada della Raffineria: non c’è milazzese – tranne alcune fasce non certo maggioritarie della popolazione – che non l’accusi di questo piccolo disastro ambientale, che rischia seriamente di mettere a repentaglio la salute dei consumatori di pesce locale e di mettere irrimediabilmente in ginocchio i pescatori di Vaccarella. Eppure, senza il supporto di dati certi,attendibili ed inequivocabili, risultanti da serie indagini ed analisi di laboratorio, e dimenticando peraltro che la Raffineria non è l’unica industria operante nel nostro comprensorio, queste dicerie non possono che considerarsi illazioni gratuite, penalmente e civilmente perseguibili nelle opportune sedi giudiziarie dai vertici del complesso industriale di contrada Mangiavacca, che tuttavia sorprende per il persistente silenzio: perché non respingere in modo secco ed energico queste dicerie, queste illazioni? Perché non allontanare i dubbi ed i sospetti, rassicurando la popolazione, perché non smentire con comunicati ufficiali e soprattutto perché non cambiare decisamente rotta in materia di interventi di promozione a favore del territorio?

 Sinceramente sarebbe auspicabile, almeno da parte di chi scrive, che la Raffineria rinunciasse a futili interventi di promozione del territorio, come molti dei contributi economici erogati in passato su istanza degli amministratori locali (S.S. Milazzo per citare un esempio concreto), investendo ancor più per la salvaguardia dell’ambiente, rassicurando così la popolazione più di quanto è stato fatto sino adesso, e magari, manifestando in tal modo un atteggiamento di collaborazione nei confronti dei poveri pescatori milazzesi, finanziando il costoso ripascimento della spiaggetta di Vaccarella, che giorno dopo giorno viene erosa sempre più, rendendo impossibile la collocazione dei moderni verricelli con rotaie e compromettendo il sicuro ricovero delle imbarcazioni da pesca.

MASSIMO TRICAMO