Si terrà il 12 ottobre prossimo davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Barcellona l’udienza in cui si dovrà decidere se avallare o meno la richiesta di rinvio a giudizio a carico del direttore generale pro tempore della Raffineria di Milazzo, Marco Saetti, imputato del reato di getto pericoloso di cose (art. 674 c.p.) in relazione alle “emissioni di gas, vapori e/o di fumo, anche maleodoranti, atti a offendere e, in ogni caso, a molestare le persone, superando i limiti di normale tollerabilità”, prodotte dallo stesso stabilimento di raffineria, nonché per il reato di disastro innominato colposo (art. 449 c.p. in relazione all’art. 434 c.p.) per aver cagionato “un disastro da cui derivava un concreto ed effettivo pericolo per l’incolumità pubblica, nella specie un’eccezionale diffusione, nella popolazione dimorante nelle località e nei Comuni limitrofi allo stabilimento, di patologie dell’apparato respiratorio…e tumorali…anche mortali, con sensibile incremento del tasso di mortalità…”. Fatti avvenuti, secondo l’accusa, a Milazzo fino all’anno 2014. 

A comunicare la notizia è stato l’ex consigliere comunale Peppe Marano che assieme ad altre associazioni ed esponenti ambientalisti del territorio come l’Adasc di Peppe Maimone hanno presentato in merito numerosi esposti e si sono opposti alla richiesta di archiviazione.

Secondo la richiesta di rinvio a giudizio, in particolare è stato contestato al dirigente di «non avere adottato, agendo nella veste su indicata, la migliore tecnologia disponibile e le più evolute modalità di esercizio dell’attività produttiva della Raffineria di Milazzo S.c.p.a. atte a garantire la tutela della salubrità dell’ambiente e della salute ed incolumità della popolazione residente nelle zone limitrofe allo stabilimento».

«La richiesta di rinvio a giudizio – scrive in una nota Marano – è il frutto di un’estenuante attività processuale posta in essere negli anni dal sottoscritto, assistito sempre dal mio legale di fiducia, l’avvocato Antonio Giardina, che ha rappresentato anche numerose persone offese abitanti dei Comuni di Milazzo e San Filippo del Mela, coadiuvando la presentazione di molteplici denunce ed atti all’Autorità Giudiziaria e, da ultimo, l’opposizione ad una richiesta di archiviazione che sorprendentemente la Procura della Repubblica di Barcellona, nella persona proprio del suo Procuratore Capo, aveva – amio giudizio – improvvidamente formulato, nonostante le evidenze dell’attività di indagine preliminare».

Il Gip del Tribunale di Barcellona, infatti, dopo una discussione all’udienza dinanzi a sé fra i difensori delle parti, ha rigettato la richiesta di archiviazione della Procura, accogliendo invece l’opposizione presentata da alcune associazioni ambientaliste.

«All’udienza di ottobre, dinanzi al Gup presso il Tribunale di Barcellona P.G., mi costituirò parte civile …ricordo che il provvedimento notificato considera anche tutti i comuni della Valle del Mela compreso Milazzo come parti offese nonchè la Regione Siciliana, il Ministero dell’Ambiente e il Ministero della Sanità i quali hanno il dovere a mio avviso, come atto dovuto, di doversi costituire parte civile a tutela della salute pubblica. Per questi motivi adesso è arrivato il momento che si consideri urgentemente il “Riesame delle Autorizzazioni integrate ambientali Aia».