I precari della Irtis all’ingresso della ram (FOTO OGGI MILAZZO)

Quattordici operai precari hano protestato di fronte all’ingresso della Raffineria di Milazzo dormendo su un vero letto montato sullo spiazzo. Gli operai chiedono l’assunzione a tempo indeterminato da parte della Irtis, subentrata alla ditta Maiorana, una delle storiche dell’indotto. I lavoratori, stanchi del precariato, rivendicano il proprio diritto al lavoro. Le 14 maestranze, chiedono all’irts, il processo di stabilizzazione concordato e intrapreso da prima con la ditta uscente. Le continue richieste bonarie, non hanno sortito nessun effetto con la società che si è insediata ormai da circa 3 mesi. «E’ deplorevole ed immorale quanto sta accadendo, ancora una volta il precario viene usato secondo le necessità aziendali, per poi essere cestinato e tutto questo succede sotto la miope vista della committente RAm che, in alcune circostanze si vanta di essere una fonte di reddito sicuro, trascurando però, che in seno al suo grembo, le aziende calpestano la dignità dell’operaio, specialmente del contrattista».

Attaccato nella portineria centrale della raffineria il seguente scritto: «Cara mamma RAM, non ti capiamo, perché tratti così i tuoi figli? Ci hai usato è fatto usare, fin quando ne hai avuto bisogno. Ci hai illusso, facendoci salire su di un traghetto che portava 24 persone verso la stabilizzazione, ma vicino la meta, 14 di essi sono stati buttati in mare, permettendo ad altri di scaricarli come fossero carne da macello. Come Ponzio Pilato, cara mamma, te ne sei lavata le mani, non curante del fatto, metti in croce anche i figli dei tuoi figli. Cara mamma RAM, il tuo cuore è diventato duro e sordo, così sordo, da non udire l’urlo di rabbia e di dolore che si innalza al di sopra delle ciminiere, e rende il cielo, insieme ai tuoi fumi, cupo, e acre l’aria che respiriamo. Cara mamma, torna a dare dignità a questi tuoi figli, facendogli costruire ponteggi, per poter pulire il cielo che sovrasta Milazzo e tornare così a sperare».

Stamattina sono stati “bloccati” all’ingresso anche i capi turno della Ram e i cosiddetti “giornalieri”, bloccando di fatto anche l’indotto anche se poi è stato garantito l’accesso.