IN CLASSE (La città raccontata dagli studenti di Milazzo). Da qualche decennio impazza la moda dei tatuaggi: per noi giovani sono “arte in corpo”, pieni di significato, un modo per lasciare tracce. Bisogna fare le dovute distinzioni, in questo fenomeno, che interessa soprattutto i giovani. Molti si riempiono il corpo di tatuaggi, spesso solo perché va di moda, per seguire la massa, arrivando dopo qualche anno a pentirsi di ciò che si sono fatti scrivere addosso. Perché, insomma, si fanno tatuare cose poco importanti, “pensieri di passaggio”, nomi di persone anch’esse di passaggio nella loro vita, di cui poi non vogliono più ricordarsi? Questo dispiace, perché avere sulla pelle cose senza senso è non rendersi conto di quale sia il valore del gesto di tatuarsi. Il tatuaggio è amato, da chi lo considera bene, anche per l’arte che regala ad un corpo, un’arte che rende felici per il “bello” che porta in sè. Ogni cosa è una scelta, e bisogna essere seri e sicuri, nello scegliere un tatuaggio. Bisogna partire dall’idea che un tatuaggio durerà per molto tempo e che deve resistere ai cambiamenti, (quando si è giovani si vorrebbe spaccare il mondo, ma non sarà sempre così). Il tatuaggio non deve essere un’esibizione: a chi lo ama, basta averlo addosso, non importa se sia bene in vista o coperto dagli indumenti. Poi c’è una cosa che sfugge agli adulti. Molti adolescenti non accettano il loro corpo, perché gli vedono tanti difetti, e il tatuaggio, invece, ai loro occhi lo valorizza, persino riesce, a volte, a farglielo amare. Nelle vite di tanti ragazzi ci sono delusioni e dolori, e loro si fanno tatuaggi sulle cicatrici, per coprire un’adolescenza un po’ sbagliata. Il senso è che i tatuaggi sul corpo sono un modo per coprire il “vero” del dolore con il “colore”della felicità.

Francesca Impollonia III F

Istituto “Renato Guttuso”