Cucina, pianoforte e canto lirico per dare un calcio alla guerra e alle divisioni tra popoli. L’ inclusione multietnica passa anche per la cultura enogastronomia e per quella musicale.
Lasagne, cannoli, ma anche Nalinsnik e Shuba, pietanze ucraine o Pansit Bihon filippini. Oggi alle 20 al Marina Del Nettuno andrà in scena l’inclusione multietnica attraverso il cibo.
L’iniziativa voluta da Padre Giovanni Amante della Chiesa Ortodossa insieme alla Fondazione Its ed il ristorante guidato dallo chef Pasquale Caliri al fine di sollecitare il dialogo interculturale tra le genti di diverse etnie presenti nel nostro territorio metropolitano. Questa mattina l’iniziativa è stata presentata in conferenza stampa al Marina del Nettuno. Presenti oltre a chef Caliri che ha moderato gli interventi, padre Amante, il vescovo ausiliare Don Cesare Di Pietro, Ivo Blandina presidente della Comet, la società che gestisce il Marina, Enzo Caruso, assessore alla Cultura e Antonella Sidoti presidente dell’ Istituto Albatros partner dell’ iniziativa. Domani si esibiranno tre giivani cantanti liriche ukraine di Odessa e un gruppo di ballerini filippini.
Chef Caliri e gli ambasciatori del Gusto coordineranno coloro che si esibiranno ai fornelli. Cooking show quindi ma anche danze e canti tipici di terre lontane che troveranno impegnate in questo scambio interraziale la comunità filippina, la ortodossa ucraina e l’italiana.
“Il cibo – ha spiegato l’ambasciatore del gusto Pasquale Caliri che presienzierà insieme a Lillo Freni in rappresentanza del nostro Paese – è da sempre motivo di aggregazione.
L’Unesco lo definisce appunto “patrimonio culturale immateriale” e forti di questa considerazione – ha concluso il cuoco messinese – vogliamo focalizzarci sulla ricchezza, a volte poco manifesta, delle numerosissime comunità che vivono nella nostra città”.
L’ingresso è gratuito ma strettamente su invito.