Ci sono anche tre ristoratori milazzesi oggi a Roma. Alle 15, i commercanti di tutta Italia scenderanno in piazza Montecitorio, a due passi da Palazzo Chigi sede del Governo, per chiedere di poter tornare a lavorare. Si tratta della quinta tappa di un tour organizzato dall’associazione di ristoratori #IoApro, inaugurato il 28 marzo a Milano che è poi arrivato a Napoli, Palermo e Bologna.  Consapevoli che ad attenderli ci saranno altri giorni di chiusura, i commercainti  insieme ai titolari delle palestre, dell’estetica e le partite Iva manifesteranno urlando “Riapriamo l’Italia”.

Alla tappa romana, così come a quella palermitana, parteciperanno anche i milazzesi Christian Guercio (Totù), Alessandro Ilacqua (Civico 147) e Giovanni Cambria (La Chinta).

La richiesta dei milazzesi, come quella dei colleghi di tutta Italia, è di poter riaprire in sicurezza, nel rispetto delle disposizioni governative, e avere sostegni economici adeguati al periodo di sofferenza finanziaria. I partecipanti al sit-in esporanno degli striscioni con scontrini simbolici, che hanno l’obiettivo di rappresentare le perdite avute in un anno di pandemia. La loro richiesta è chiara e precisa. Riaperture immediate
«Chiediamo – dicono – di dare prospettive sicure soprattutto per quei settori chiusi da tanto tempo. Bisogna programmare le riapertura per permettere da maggio in poi  la ripartenza di attività in stand-by da troppo tempo come le palestre». Questa la sintesi della posizione delle Regioni che giovedì 8 incontreranno il premier Draghi in merito ai fondi Recovery, e si confronteranno col Governo nella conferenza Stato-Regioni. In quest’ottica potrebbe essere convocata la cabina di regia per valutare la programmazione di possibili riaperture prima della scadenza del nuovo Dpcm.

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Mlazzisi
Mlazzisi
3 anni fa

Questi “poverini” sono gli stessi che da un anno percepiscono sovvenzioni a fondo perduto e fanno asporto in nero, perché figuriamoci se insieme al cibo viaggia una qualche forma di ricevuta o fattura. Sovvenzioni che provengono dalle tasche di quei pochi italiani che ogni mese ci lasciano metà stipendio di tasse! E non girano col macchinone come i poveri ristoratori ” imprenditori”.

Giovannino
Giovannino
3 anni fa
Reply to  Mlazzisi

Perfettamente d’accordo

Milazzese
Milazzese
3 anni fa

Ma se sono sempre pieni alcuni locali a milazzo…

assurdita
assurdita
3 anni fa

Perchè non pubblica la sua dichiarazione dei redditi? Forse perchè impiegato statale? per cui non ha perso neanche un euro ma anzi veniva pagato per stare a casa.
Un attività chiusa in maniera forzata oltre il danno di non avere introiti ha la beffa di pagare in ogni caso (luce, gas, affitto, spazzatura acqua, e chi più ne ha più ne metta). In più aggiungiamoci che molti campano con sto lavoro

Franco
Franco
3 anni fa

Facciamo che questi signori (e tutti quelli che piangono miseria) pubblicano le loro dichiarazioni dei redditi degli anni passati, così capiamo meglio quanto hanno perso? Per carità, la situazione è seria, ma avere tutti gli elementi sarebbe corretto…

Davide
Davide
3 anni fa
Reply to  Franco

Sarebbe auspicabile, considerando il fatto che, tranne qualcuno seriamente in difficoltà, molti di questi signori (come lei li chiama) girano coi suv e, francamente, non hanno affatto bisogno dell’aiuto della Caritas per vivere. Non appena potranno riaprire, in poco tempo recupereranno quanto perso (se non di più). La gente prenderà d’assalto i locali: c’è molta “fame e sete” di normalità!

Last edited 3 anni fa by Davide