Stello Vadalà e Maria Rosaria Cusumano

“Le verità sepolte che riaffiorano” è stato questo il tema conduttore dell’incontro sulle Foibe che si è svolto ieri all’istituto Tecnico Tecnologico “E. Majorana” di Milazzo e a cui hanno partecipato gli studenti delle quinte classi. Al convegno hanno preso parte il sindaco Giovanni Formica, l’avvocato Maria Rosaria Cusumano, presidente dell’associazione Sciarpabianca e promotrice dell’evento, l’onorevole Roberto Menia, primo firmatario della legge per l’istituzione della giornata del Ricordo, le sorelle Capone, esuli istriane, il professore Daniele Fazio e PierAngelo Giambra, editore del libro “Sulle ali della memoria – Gli esuli giuliano-dalmati di Sicilia ricordano”.

«E’ opportuno e doveroso affrontare il vuoto storico di una delle pagine della storia recente del nostro Paese – ha detto il dirigente scolastico Stello Vadalà, con cui si dà avvio alla giornata di studio coordinata dalla professoressa Rossella Scaffidi –  e dimostrare che la guerra non ha mai vincitori di nessun tipo e di nessun senso e che la barbarie quando si è in guerra c’è sempre da entrambe le parti».

«È importante – ha precisato Maria Rosaria Cusumano – consegnare alle nuove generazioni questa parte della nostra storia che ancora divide l’Italia. Nel novembre 2017, infatti, in una manifestazione i ragazzi dei centro sociali cantavano viva le foibe da Trieste in giù. Per questo dobbiamo educare tutti a tenere sempre viva la memoria raccontando il perché ha consentito di deporre una coltre su una tragedia che ha riguardato migliaia di persone colpevoli solo di essere italiani. La tragedia delle Foibe non è una storia privata ma è la storia di tutti noi che si deve conoscere nella sua interezza. Si è dovuto attendere il crollo del muro di Berlino per cominciare a parlare e riconoscere l’onore ai nostri martiri».

Il Majorana ha voluto così studiare a fondo, con gli alunni, l’orrore e, grazie all’apporto dello storico Daniele Fazio e all’ausilio di immagini e testi tratti dal libro “Sulle ali della memoria – Gli esuli giuliano-dalmati di Sicilia ricordano” imparare a conoscere e ricordare il dramma dell’esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale e le vittime delle foibe per colmare un vuoto di una pagina tra le più cupe della storia contemporanea, avvolta a lungo nel silenzio e nel buio, come le tante vittime, inghiottite nelle cavità carsiche, le cosiddette foibe, per volere del maresciallo Tito e dei suoi partigiani, in nome di una pulizia etnica che doveva annientare la presenza italiana in Istria e Dalmazia.

Una memoria che per troppo tempo è andata persa ma che, dal 2004, si ricorda ogni 10 febbraio.

Roberto Menia

Proprio l’onorevole Roberto Menia, primo firmatario della legge per l’istituzione della giornata del Ricordo e relatore alla mattinata di studio, con il suo energico e sentito intervento ha voluto “raccontare un po’ di storia e di vicende personali” e riferire, lui testimone indiretto, di aver sempre percepito, da bambino, nei racconti dei familiari un senso di ingiustizia verso la loro storia, quella storia che aveva portato migliaia di italiani a dover lasciare le loro case e la loro terra, e che spesso lo portava a interrogarsi sul perché di quella sorta di reticenza a dire ciò che era accaduto, come se si trattasse di un rito privato da nascondere.

Accomunate in questo mondo di emozioni e di ricordi le sorelle Capone, esuli istriane e attente testimoni dirette del dramma degli abitanti delle terre contese e degli esuli poi, con delicatezza e dolcezza si sono rivolte ai giovani presenti in Aula Magna augurando loro di non dover mai conoscere l’orrenda realtà della guerra.

Lezione di storia ma soprattutto di vita quella che oggi è stata vissuta nell’Aula Magna del Majorana che, al di là di ogni retorica che a volte accompagna certe celebrazioni o commemorazioni, si inserisce appieno nell’intento educativo e formativo di promozione dello spirito critico dei propri alunni, nella consapevolezza che la storia sia semper magistra vitae e che debba perseguire la tutela dell’uomo, della dignità e dell’umanità.