ISTITUTO COMPRENSIVO TERZO. Caro ragazzo vittima di bullismo, è da alcuni giorni che stiamo trattando a scuola il fenomeno del bullismo, approfondendo un tema così importante con letture, discussioni, riflessioni, lavori di gruppo. Io prima pensavo che il bullo era solo colui che picchiava un ragazzo più debole e credevo che questo fenomeno fosse lontano da me, ma adesso ho capito che il bullo è invece colui che minaccia e prende in giro ripetutamente chi è più fragile. Così ho pensato che con gli amici succede spesso che per scherzare e ridere si prenda in giro un altro ragazzo magari più ingenuo e bonaccione, ma solo ora mi sono reso conto che uno scherzo può ferire così tanto una persona da distruggerne l’ autostima. E’ compiere un atto di bullismo far sentire una persona una nullità, girandogli le spalle o non calcolandola per nessun motivo, oppure metterlo al centro dell’attenzione con uno scherzo che fa ridere tutti, ma non fa certo ridere la povera vittima a cui è stato rivolto.

Basta mettersi solo per un attimo nei panni della vittima del bullo per comprendere quale stato d’animo provi. Credo che per rimediare a tutto il male fatto non basta dire alla persona offesa e derisa semplicemente “scusa”, bisogna stargli accanto e aiutarlo nelle situazioni più difficili, sostenendolo come un vero amico. Ora tutti quanti noi ragazzi dobbiamo imparare a non deridere più nessuno, perché tutti abbiamo il diritto di essere felici, e dobbiamo impegnarci a non prendere in giro qualcuno sol perché ha qualche difetto fisico o ha preso qualche brutto voto a scuola o ha sbagliato durante la partita di calcio un tiro in porta o un passaggio al compagno di squadra o si è scordato un quaderno o un libro a casa o è in difficoltà durante un’interrogazione o un compito in classe. Ora che conosciamo questo fenomeno dobbiamo imparare a combatterlo insieme, parlando dei problemi a casa con i nostri genitori o a scuola con le professoresse, che , essendo più grandi di   noi, ci potranno dare qualche prezioso consiglio che ci potrà aiutare a relazionarci meglio con i nostri compagni di scuola.

Caro ragazzo che sei ancora vittima del bullismo e magari non trovi la forza di ribellarti perché a deriderti sono proprio i compagni di una vita, quelli che conosci magari dalla scuola dell’infanzia e che tu consideri come dei fratelli, mi dispiace tanto per tutto quello che ti è successo e ti succede ancora; devi poter credere di più in te stesso e reagire. Io come tanti altri ragazzi ho aperto gli occhi su un fenomeno che in passato poteva essere sottovalutato e nel mio piccolo mi impegnerò a contrastare il bullo che è forte solo quando trova sostegno in altri ragazzi che non capiscono bene ciò che causano con il loro spregevole comportamento.

Spero che le mie parole possano esserti di incoraggiamento e ricorda sempre di credere in te stesso e nelle tue straordinarie capacità.

ROBERTO SCIOTTO II D

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