Moria di Pinne Nobilis nel mare di Milazzo. Sempre più pescatori di Vaccarella si dicono preoccupati del fenomeno che sta avvenendo nel golfo di Milazzo, precisamente dalla Croce di mare fino al mare della Marina Garibaldi. Le Pinne Nobilis sono molluschi bivalvi conosciuti a Milazzo con il nome di “Aiula pinula”. Anche diversi sub ne testimoniano la moria. L’ipotesi più probabile è quella di un virus che sta debellando questi organismi anche in altre zone. Ma i pescatori temono anche altre concause e chiedono un intervento dell’Arpa per avere conferme scientifiche. «Non vogliamo creare inutili allarmismi, anche perché la morte dei molluschi potrebbe essere causata da un parassita, precisamente dall’aplosporidiosi, che in altre zone ha attaccato anche altri bivalvi, come le cozze e le ostriche – spiegano – ma l’inquinamento non può essere escluso a priori».

Loro associano il fenomeno all’inquinamento marino, anche perché quando tirano le reti calate in questo tratto di mare, si presentano oleose e fanno una puzza che assomiglia molto all’odore del gasolio. Rimane una ferita aperta, infatti, lo sversamento di idrocarburi avvenuto un paio di mesi fa, quando tutto il mare del Golfo di Milazzo era invaso da un alone oleoso. Da quel giorno i pescatori di Vaccarella non vedono più il mare limpido nei giorni di calma piatta, in superficie, notano sempre una specie di schiuma marroncina maleodorante e dalla sabbia della spiaggia, mossa dalla risacca, riemergono sempre nafta o altre sostanze derivanti dal petrolio.

«In questi mesi – continuano gli operatori di Vaccarella – il nostro pescato è diminuito drasticamente, diverse specie di pesci, come i pesantoni (tombarelli) o le cavagnole, tipici di questi periodi, sono scomparsi letteralmente, per prenderne qualche esemplare, dobbiamo andare a pescare, tempo permettendo, a Ponente». Anche lì però la situazione non è delle migliori: «Se le reti accidentalmente, venissero spinte vicino lo scarico del depuratore, rimarrebbero impantanate nella melma accumulata in questi anni di sottodimensionamento dell’impianto depurativo. Ci auspichiamo che questo nostro appello venga preso seriamente dalle autorità competenti e al più presto si adoperino a stabilire scientificamente la causa della morte».

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Lino
Lino
6 anni fa

Dove sono gli inneggianti all’industria pesante? Come, con tanto di RAM, prossimi termovalorizzatori e contorni, ci lamentiamo che non c’è lavoro? Se muore l’ambiente, non fa nulla. Siete davvero intelligenti se pensate di avere raffineria e ambiente pulito… mangiatevi i pesci al sapore di nafta. Sono squisiti. E offriteli anche ai cari politici …

Vic Alfio Perroni
6 anni fa
Reply to  Lino

Lino , Lino Chi ? Io sono Alfio e sono con te al 100 per 100 ! E’ semplicemente criminale permettere di vendere pesce pescato in zone piene di olio ; conduce a mortale malattia ; e’ semplicemente incosciente ; bisogna immediatamente informare le agenzie ecologiche governative ; che intervengano e ” chiudano ” quelle zone alla pesca

Vic Alfio Perroni
6 anni fa
Reply to  Lino

Lino , Lino Chi ? Io sono Alfio e sono con te al 100 per 100 ! E’ semplicemente criminale permettere di vendere pesce pescato in zone piene di olio ; conduce a mortale malattia ; e’ semplicemente incosciente ; bisogna immediatamente informare le agenzie ecologiche governative ; che intervengano e ” chiudano ” quelle zone alla pesca

Giacomo
Giacomo
6 anni fa

a

Giacomo
Giacomo
6 anni fa

Evvai con le tragedie, magari ci esce qualche altro finanziamento.

Giacomo
Giacomo
6 anni fa

Evvai con le tragedie, magari ci esce qualche altro rimborso. Mah di lavoro non se ne parla…

enzo
enzo
6 anni fa

quest’anno alla croce di mare , tutte le mattine, verso le nove/dieci, si notavano delle chiazze di gasolio e schiuma , duravano qualche ora e poi scomparivano, rendendo l’acqua poco limpida.
da segnalare anche la mancanza dei famosi “buccuna” (le piccole conchigliette) fino a qualche anno fa appena alzavi una pietra se ne trovavavno a centinaia, e “pateddi” sugli scogli.