Salvatore Veneziano

Salvatore Veneziano

Spaziava da Milazzo a Venetico. La sua specialità erano gli incendi di automezzi. Bastavano 100, 150 euro. Secondo i carabinieri di Milazzo rappresentava la figura di braccio armato nel sistema del racket delle estorsioni a Milazzo e dintorni. Non solo è l’autore della maggior parte degli incendi di auto e di mezzi da cantiere, ma è anche colui che si occupava di confezionare bottigliette piene di benzina con cartucce nastrate al fianco e di depositarle successivamente all’indirizzo degli imprenditori vittime del pizzo. A cominciare dai lavori di riqualificazione del lungomare di Ponente. I Carabinieri della Stazione di Milazzo, agli ordini del Maresciallo Aiutante Tommaso La Rosa, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Barcellona,  Salvatore Pugliese, su richiesta della Procura della Repubblica, a seguito delle indagini coordinate dal sostituto procuratore dottoressa Federica Paiola e dal Procuratore della Repubblica Emanuele Crescenti, hanno arrestato Salvatore Veneziano, 21enne milazzese, pescatore, già noto alle forze dell’ordine ritenuto responsabile dei reati tentata estorsione aggravata in concorso e danneggiamento plurimo seguito da incendio

Il provvedimento scaturisce dagli ulteriori sviluppi delle indagini che, il 28 ottobre scorso, avevano già portato all’arresto di 3 persone, responsabili a vario titolo dell’imposizione del “pizzo” ai danni dei titolari delle società assegnatarie dei lavori di ristrutturazione del “lungomare di ponente” di Milazzo..

In particolare, l’esito delle ulteriori indagini, nonché le testimonianze successivamente rese da una delle vittime degli atti intimidatori che avevano accompagnato gli episodi estorsivi, consentivano di fare piena luce «sull’appartenenza di Veneziano  alla medesima consorteria, comprovandone il ruolo di esecutore materiale di gran parte degli attentati incendiari perpetrati ai danni di macchinari e mezzi delle imprese impegnate nelle citate opere di riqualificazione», si legge in una nota stampa.

Dagli accertamenti dei Carabinieri emerge, infatti, che Veneziano rappresentava la figura di braccio armato nel sistema del racket delle estorsioni a Milazzo e dintorni. «Non solo è l’autore della maggior parte degli incendi di auto e di mezzi da cantiere – spiega il capitaneo della Compagnai di Milazzo, Antonio Ruotolo nel corso di una affollata conferenza stampa –  ma è anche colui che si occupava di confezionare bottigliette piene di benzina con cartucce nastrate al fianco e di depositarle successivamente all’indirizzo degli imprenditori vittime del pizzo. L’arrestato, fiero del suo operato spesso si è anche vantato con altri degli attentati provocati. In una circostanza in particolare, nel giugno 2015, l’arrestato, anche per impressionare la sua fidanzata, si è recato con lei a bordo di una vettura, a Venetico e in sua presenza ha provocato l’incendio di un’autovettura parcheggiata, dopo averla cosparsa di benzina. In un altro caso il Veneziano si è apertamente vantato con la donna di aver incendiato un’altra macchina, che si è dimostrato essere di proprietà di uno degli imprenditori impegnati nei lavori a ponente. In tutti i casi in cui il Veneziano procedeva a bruciare delle autovetture, se ne vantava riferendo di incassare dai 100 ai 150 euro per ogni incendio. Riferiva inoltre – continua il capitano Ruotolo – che quegli incendi erano rivolti a persone “che non volevano pagare” e che in altri casi egli stesso aveva proceduto a “preparare” e poi a “depositare” delle bottigliette contenente liquido infiammabile».

I Carabinieri di Milazzo e la Procura di Barcellona concludono così le indagini sul sistema di raccolta del pizzo ai danni delle ditte impegnate nel rifacimento del lungomare di ponente. L’arresto rappresenta un importante risultato operativo e dimostra come il Veneziano sia stato l’esecutore materiale di incendi e danneggiamenti su ordine di quella emergente organizzazione dedita al racket sui lavori di riqualificazione del lungomare di ponente, sgominata con gli arresti del 28 ottobre.

Il Veneziano tratto in arresto in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare per i reati di tentata estorsione aggravata in concorso e danneggiamento plurimo seguito da incendio è stato trasferito alla casa circondariale di Messina-Gazzi

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Mario Capasso
Mario Capasso
7 anni fa

Caro Paolo.. la città non c’entra nulla e neanche i cittadini onesti per cui cerca di essere più obiettivo….

Paolo
Paolo
7 anni fa
Reply to  Mario Capasso

Soggetti che girano liberamente per mesi, se non anni, in città, facendo quello che fanno…perché c’è sempre qualcuno che vede ma non parla, o perché non lo ritiene problema suo. Tutti ingredienti che certificano lo stato della città. Non credo di inventarmi nulla se dico che i cittadini onesti meriterebbero posto migliore, ripulito da personaggi simili, non offenderebbe nessuna intelligenza questa affermazione….ed offendersi per un dato di fatto mi sembra orgoglio sprecato. Cordialmente

Anonimo
Anonimo
7 anni fa

Ragazzi sbagliare si può ma fare sempre gli stessi errori no quindi finiamola tutti sappiamo come la storia… Buon divertimento

Francesco B.
Francesco B.
7 anni fa

buttatelo da un aereo da 10mila metri di quota a largo dell’oceano!!!!!!!!

Vittima incendio auto
Vittima incendio auto
7 anni fa

saldate le porte e buttate le chiavi nell’oceano pacifico – I mandanti dove sono??

Paolo
Paolo
7 anni fa

che città di…..