La revoca dell’assessore Andrea Trio non smette di animare la politica di San Filippo del Mela. Ai consiglieri Comunali, Silvia Di Giovanni, Felice Bartolone, Pippo De Mariano, Caterina Sgrò, del Gruppo Consiliare “Liberamente per il Bene Comune” non è piaciuta la replica del sindaco Pasquale Aliprandi che ha confermato la “legittimità della revoca dell’Assessore Trio”, rispondendo ad un documento del gruppo di minoranza. Aliprandi, secondo il gruppo, avrebbe replicato senza basarsi «su atti e specifici principi normativi», ma «su personalissime impressioni e fantasiose considerazioni». In una lunghissima nota, ricca di riferimenti normativi e tecnicismi, si ricorda al primo cittadino che le disposizoni di legge in vigore impongono che “…Il sindaco può, in ogni tempo, revocare uno o più componenti della Giunta. In tal caso, egli deve, entro sette giorni, fornire al consiglio comunale circostanziata relazione sulle ragioni del provvedimento sulla quale il consiglio comunale può esprimere valutazioni rilevanti…; …;…Contemporaneamente alla revoca, il sindaco provvede alla nomina dei nuovi assessori….”. La revoca di Trio, invece, discussa nella seduta di Consiglio comunale, del 14 maggio «durante la quale, non c’è stato alcun ampio ne minimo dibattito sull’argomentazione da parte dei Consiglieri comunali, ad esclusione dell’unico intervento del gruppo scrivente; ne alcuna nomina del nuovo Assessore, nonostante erano già abbondantemente trascorsi diciassette giorni dalla revoca», scrivono.

Liberamente per il Bene Comune contesta «l’assenza della prescritta relazione circostanziata sulle ragioni del provvedimento di revoca», rimpiazzata «da un documento politico di tutt’altro genere (che spiegava più che altro, le ragioni che hanno spinto l’ex maggioranza e l’ex minoranza a stabilire un patto di maggioranza), letto dal Sindaco e depositato al Consiglio comunale». Botta e risposta anche sulle nove delibere di giunta votate senza l’esecutivo al completo. Citano la decisione del Consiglio di Giustizia Amministrativa nr. 310 del 03.07.2001 la quale recita che “…ove vengano meno uno o più dei suoi componenti, la Giunta municipale non può legittimamente deliberare sino a quando la sua composizione originaria non sia stata ricostituita…”. I consiglieri ricordano al sindaco che il rilievo è stato mosso non dai firmatari del documento ma dall’Ufficio Ispettivo dell’Assessorato Regionale delle Autonomie Locali.

«Dopo che gli scriventi, hanno rilevato la violazione dell’intera procedura dettata dall’art. 12 L.R. n. 7 del 1992 da parte del sindaco – scrivono –  il non aver richiesto successivamente la verifica della legittimità dell’intero procedimento e degli atti connessi, al Tribunale Amministrativo Regionale Sicilia o al Presidente della Repubblica, non può significare che la normativa vigente già menzionata, non avrebbe potuto assumere alcun valore giuridico nelle sedi opportune o che la stessa sia stata abrogata, e che pertanto, può essere infranta senza alcuna conseguenza, dal Sindaco di Turno». I consiglieri ribadiscono nella nota che  riguardo al loro esposto, «non hanno ricevuto alcun richiamo bensì un chiarimento, da parte dell’Ufficio Ispettivo servizio 3, contrariamente da quanto demagogicamente asserito dal Sindaco, difatti, il medesimo Ufficio, ha opportunamente chiarito che il servizio di verifica di legittimità che gli stessi proponenti avevano richiesto, e che veniva svolta dai Co.Re.Co., è stato sospeso dalla Giunta Regionale a seguito della revisione costituzionale avvenuta con L. C. n. 3/2011; per tale ragione, è stata indicata ai sottoscritti, la nuova sede presso la quale poter chiedere la medesima verifica della legittimità e l’eventuale annullamento degli atti in questione, vale a dire presso il T.A.R. Sicilia o al Presidente della Regione. Non c’è stato pertanto alcun ammonimento dei consiglieri scriventi, da parte dell’Ufficio Ispettivo, bensì viceversa, un inequivocabile invito rivolto al Sindaco di San Filippo del Mela, con il quale gli sono state chieste urgenti notizie in merito all’intera circostanza». Infine, riguardo all’uso della carta intestata da parte del gruppo Liberamente per il Bene Comune, ritengono che «il Sindaco tocca il fondo della propria e breve azione politica sin qui tracciata». «Oltretutto sin dal giugno 2013 e sino al marzo 2015, l’utilizzo della carta intestata contestata ai sottoscritti, è stata adoperata senza mai ricevere alcuna obiezione da parte del Sindaco, proprio dal gruppo consiliare di minoranza, Cambia San Filippo del Mela, che sino a poco tempo fa era intenzionato a cambiare San Filippo del Mela – scrivono nel corposo documento – nella realtà oggi, tre componenti di quel gruppo (Italiano, Saporita, Perrone), hanno preferito beneficiare prima di una celata e diretta collaborazione con lo stesso Sindaco, per poi rivedere al ribasso i propri obiettivi politici, e accontentarsi di una poltrona in Giunta e di una nomina di capo gruppo all’interno della nuova maggioranza di cui fanno parte; la consigliera Amico invece, inizialmente dichiaratasi teoricamente autonoma dai gruppi consiliari presenti in Consiglio comunale, da quello che appare dalle ultime due sedute consiliari, pare conduca nella realtà, una politica di mortificante allineamento a quella della stessa nuova maggioranza».