Ieri, ahimè, sono rimasto molto amareggiato dallo stato di degrado in cui versa il sentiero naturalistico. Rischiano, infatti, di andare in fumo i 200 mila euro spesi nel 2012 dall’Azienda Foreste di Messina per la riqualificazione del sentiero naturalistico che da via S. Antonio giunge, attraverso la stradella comunale denominata “Cala della Mattanza”, ai fabbricati dell’antica Tonnarella di S. Antonio (sotto l’omonimo Santuario) per fare poi tappa alla diruta torretta ottagonale del Palombaro e a Punta Messinese. Erbacce e sterpaglie stanno avvolgendo – sino a farlo scomparire del tutto – l’antico e suggestivo sentiero naturalistico, che in alcuni punti riporta anche danni evidenti alla staccionata. Frequentatissimo da turisti e visitatori, malgrado il divieto di transito imposto da anni da Comune e Guardia Costiera per il rischio di caduta massi, è stato manutenzionato sino allo scorso anno dalla stessa Azienda Foreste, che alla vigilia di ogni estate ne ha curato puntualmente la scerbatura e la messa in sicurezza della staccionata. Un intervento periodico che, complici la penuria del bilancio regionale e la prolungata assenza di vertici alla Forestale (in attesa della nomina del nuovo dirigente), rischia quest’anno di non essere eseguito, compromettendo così – soprattutto nel periodo estivo – la fruibilità di una delle mete più suggestive della città del Capo. A sparire sotto gli occhi indifferenti delle istituzioni anche la torretta neogotica del Palombaro (1895). L’ennesimo crollo ha provocato recentemente la caduta di alcuni conci in pietra da taglio della cordonatura di divisione tra il pian terreno ed il primo piano. A detta di ex amministratori comunali, tanto il diruto fabbricato quanto parte dell’annessa linea di costa sarebbero di proprietà di una famiglia di Barcellona Pozzo di Gotto, anche se non manca chi avanza dubbi in tal senso, visto che l’area pare comunque essere gravata da servitù di pubblico passaggio, che potrebbe far ipotizzare addirittura ad un usucapione a favore degli enti pubblici che in questi ultimi decenni hanno curato la manutenzione del sentiero. Intanto sarebbe opportuno un aggiornamento sullo stato dell’arte del progetto – di cui non si hanno più notizie – che prevede la messa in sicurezza del costone roccioso della Baia S. Antonio, progetto redatto due anni fa dai tecnici regionali per scongiurare il pericolo di nuovi crolli e promuovere la tutela della pubblica incolumità ed inserito nella programmazione dell’assessorato competente.

Massimo Tricamo