STORIE. Decine le richieste arrivate sulla sua scrivania negli ultimi anni. Poche delle quali sensate. Un signore del Nord voleva a tutti i costi contattare la zia morta da tempo: aveva bisogno di chiarimenti sul testamento. Un altro sosteneva di avere un angelo custode che esaudiva i suoi desideri: si chiamava Freddy Mercury. Il milazzese Luigi Cama, 40 anni, studioso di fenomeni paranormali, è ritornato ad occuparsi di “misteri” dopo un rigenerante periodo di riposo. «Ho deciso di fermarmi un attimo e allentare la presa, per ogni segnalazione interessante ne arrivano decine assurde», sorride mentre tiene in mano il suo nuovo libro. Cama, “l’acchiappafantasmi” siciliano, ha appena dato alle stampe “Il confine invisibile” un nuovo volume pubblicato da una casa editrice inglese, la “13Lab”. Raccoglie le esperienze che ha avuto dal 2008 in poi. «Nel libro “Oltre la Metavisione”, la cui prima edizione risale al maggio 2010, spiegavo da dove ero partito nel 1994 per giungere alla tanto discussa tecnica che mi aveva consentito di ricevere nel 2007 volti di origine ignota. Quando il mio editore me ne propose la ristampa per la distribuzione in Inghilterra, accettai a patto di potervi apportare correzioni e aggiornamenti. Tra il 2008 e il 2014, ho vissuto esperienze che reputo importanti, sia per chi si occupa di tali fenomeni da un punto di vista psichico, che per quanti prediligono l’ipotesi spiritica». Strada facendo il materiale raccolto per i nuovi capitoli, lo ha obbligato a rivedere anche il titolo del libro. Cama ha un laboratorio pieno di attrezzatura tecnologica con cui sviscera fotografie, filmati, suoni. «In passato ne avevo di più, nel tempo mi sono concentrato solo su alcune tecniche». Nella nuova edizione ha approfondito aspetti del percorso di ricerca che lo ha portato ben oltre il risultato tecnologico. «Da ragazzo cercavo i medium, per studiarli ed avere la possibilità di entrare in contatto con l’Aldilà. Nel corso degli anni ho sostituito i medium con la tecnologia mantenendo un doveroso distacco. Ho deciso di fermarmi in una posizione neutrale dalla quale poter osservare tutto ciò che accade in questo mondo, senza lasciarmi travolgere dagli eventi». Guai a chiamare Cama Ghost Hunter, specialisti in paranormale  che vanno a caccia di fantasmi. Sono diventati popolari sui canali satellitari grazie a dei reality. «Il termine paranormale è abusato, rifiutato persino dagli addetti ai lavori. Lo hanno sostituito con il termine biopsicocibernetica per indicare un nuovo paradigma scientifico interdisciplinare che studia l’uomo e le interazioni che intrattiene». Un confine invisibile, insomma. In cinque anni Luigi Cama ha vissuto tante esperienza anche in prima persona. «Mi sono addentrato nello studio della medialità girando l’Italia. Ho trovato talenti veri ma anche smascherato ciarlatani. Ad un certo punto un po’ per spirito di ricerca, un po’ per curiosità, mi sono trovato a superare quel confine invisibile e addirittura provato in prima persona ruolo di medium. Fino ad allora sono stato un osservatore distaccato, quando si prova sulla propria pelle cambia tutto». Milazzo è una realtà dove il lavoro non manca. Nel libro si parla di Villa Muscianisi, la casa del Capo dove si favoleggia di un folletto (tesi non condivisa da Cama incuriosito più dall’enigmatica scritta in latino che campeggia sulla facciata), del fantasma della suora del castello di Milazzo murata viva nel Bastione, e il caso del misterioso visitatore di Acireale. A Villa Muscianisi alcuni ragazzi nel 2006 hanno girato un video con il telefonino. In alcuni frammenti compare un “mezzo uomo”. Il fantasma del castello, invece, nel luglio 2013 fu al centro di uno scherzo di un fotografo che organizzò scatti artefatti. Pochi sanno che lo stesso anno un fotografo messinese, Francesco Cannone, durante una manifestazione dedicata alle donne, la “Notte Rosa”, in mezzo a tante foto si ritrovò una sorta di nebulosa proprio sul bastione delle isole col profilo di una suora. «Non è ne fumo, ne riflesso, ne giochi di luce», sottolinea. Nel 2013 le telecamere di sicurezza del castello hanno ripreso in piena notte una figura di fronte al duomo, vicino alle tribune: sembra una persona di spalle col cappuccio. Nel libro, infine, un’altra storia siciliana. La vicenda risale al 1972 quando una scolaresca di Milazzo andò in gita ad Acireale. Un’alunna si fece fotografare ma al momento dello sviluppo in una immagine (in bianco e nero) si intravedeva una presenza, sembrava un uomo con armi in mano. La foto fu inviata al “Giornale dei misteri” che la liquidò come effetto visivo. «Io ho riaperto il caso. Si potrebbe trattare di una porta spazio temporale e si è visto un evento verificatosi in passato».

Gianfranco Cusumano

ARTICOLO PUBBLICATO SUL  SETTIMANALE CENTONOVE n. 11/2015