Il futuro del porto di Milazzo e quello dell’Autorità portuale di Messina (che potrebbe essere accorpata a Gioia Tauro) continua ad animare il mondo della politica locale. Di seguito un documento “tecnico” dell’associazione “Amici di Milazzo” e una replica dell’amministrazione Pino ad un precedente comunicato dell’avvocato Giovanni Formica, papabile candidato a sindaco. Su quest’ultimo punto riteniamo doverosa una premessa nel rispetto delle migliaia di lettori che seguono Oggi Milazzo. La nota dell’amministrazione Pino era giunta in redazione il 2 settembre scorso. Siccome la ritenevamo ripetitiva e – a nostro giudizio – non aggiungeva o toglieva nulla al dibattito costituito da due note dell’amministrazione e altrettante di Formica, avevamo deciso di non pubblicarla nell’ambito di una scelta dettata da criteri giornalistici, gli unici che regolano questa testata (altri quotidiani cartacei non hanno preso in considerazione manco le precedenti). Per evitare polemiche sorte a margine di questa scelta tra gli addetti ai lavori, abbiamo deciso non di fare un passo indietro, bensì di pubblicarla e far decidere ai lettori se Oggi Milazzo si era comportato in modo “scorretto”, occultando una notizia, oppure aveva semplicemente fatto una scelta giornalistica scevra da condizionamenti o posizionamento politico. Naturalmente – a questo punto – se Formica riterrà opportuno seguire la stessa linea dell’amministrazione Pino – avrà lo stesso spazio per l’ennesima “replica alla replica” che, a dire il vero, volevamo risparmiare ai lettori.

In riferimento alle nuove affermazioni dell’avv. Giovanni Formica, è arrivata la replica dell’Amministrazione comunale: “Indietro non si torna. I cittadini hanno già deciso di bocciare il passato in tutte le sue forme e in tutti i suoi trasformismi. Il vecchio non può fingere di trasformarsi in nuovo soprattutto cavalcando cinicamente l’occasione di giornata del porto senza alcun approfondimento e riflessione. Per il resto non commento l’ennesimo comunicato spot di Giovanni Formica. Il Partito democratico è presente nell’attuale Amministrazione ed i suoi rappresentanti da sempre sono stati contrari all’interfaccia con Gioia Tauro che snaturerebbe la vocazione del nostro porto. Il resto è solo tentativo di gettare confusione da parte di chi è specializzato nell’alimentare la macchina del fango. Chi ha il dovere di lavorare per continuare, in tempi difficili, il percorso di crescita della città, come da quattro anni stiamo coralmente facendo, non può star dietro a chi, senza scrupoli, punta a riaffermare vecchie lo-giche, urlando di essere nuovo, senza esserlo affatto. Del resto a Milazzo ci si conosce tutti”.

Ufficio stampa Comune di Milazzo

 

AMICI DI MILAZZO. Il terminal di traghettamento con Gioia Tauro

Visto il dibattito in corso è forse il caso ricordare che dell’ipotetico collegamento con Gioia Tauro si parla da oltre trent’anni. Già con la delibera n. 77 del 26.2.1981, il Consiglio comunale stralciava infatti l’area Tribò, quella a valle della ferrovia e compresa tra l’hotel Silvanetta e la Raffineria Mediterranea, dal redigendo PRG (che sarà poi adottato nel 1982), “onde consentire all’Amministrazione comunale gli interventi (…) a favore della realizzazione dell’enunciato programma dell’azienda delle Ferrovie dello Stato”, per la realizzazione del terminale di traghettamento con Gioia Tauro. Tale previsione veniva successivamente confermata con il nuovo e vigente PRG, destinando al predetto scopo la stessa area, che veniva questa volta classificata come zona speciale “DE1” e destinata a impianti per il trasporto ferroviario e gommato, per la movimentazione, stoccaggio e manufatturazione delle merci in relazione con l’ipotesi in corso di studio e risoluzione nel messinese e nell’area dello Stretto come meglio specificato dall’art. 31 delle Norme Tecniche di Attuazione. Il Consiglio Regionale all’Urbanistica, con il voto n. 1174/88, approvava la previsione ipotizzata dallo strumento urbanistico generale, ma prescriveva altresì il mantenimento dello stato di fatto, consentendo il solo uso agricolo dei suoli e vietando qualsiasi edificazione, sino alla redazione del Piano particolareggiato, da compilare appena fosse stato definito il previsto programma ferroviario e da sottoporre all’approvazione assessoriale. Tuttavia, le forti opposizioni degli ambienti messinesi di convogliare su Milazzo gran parte del traffico gommato per la Calabria, comportarono già nei primi anni ’90 la cancellazione del programma da parte delle Ferrovie dello Stato e ben venga l’attuale ipotesi del Parco di Federico nell’area in questione. Ciò premesso, il sottopasso/sovrappasso, per il quale è stato di recente conferito l’incarico di progettazione dall’Autorità Portuale, farebbe presumere il convoglia-mento di un grande traffico verso il porto in prossimità della vecchia stazione ferroviaria o nelle sue immediate vicinanze, e ciò non troverebbe altra spiegazione se non per la realizzazione del famoso terminal di traghettamento con la Calabria e con la preannunciata unione del porto di Gioia Tauro all’Autorità Portuale di Messina. Ma se così fosse, l’Autorità Portuale, starebbe da tempo pensando di spostare ad Acqueviole l’ipotetico terminal previsto nell’area Tribò, in barba alle vigenti previsioni del PRG. Eppure, così come previsto della Legge 28 gennaio 1994, n. 84, la stessa che ha istituito l’Autorità Portuale, le previsioni del piano regolatore portuale non possono contrastare con gli strumenti urbanistici vigenti (Art. 5); questo significherebbe dunque che l’Autorità portuale non avrebbe mai portato avanti una tale soluzione senza l’implicito assenso dell’Amministrazione in carica, data la necessità di apportare le dovute varianti allo strumento urbanistico generale. Sarebbe davvero grave se l’Amministrazione si fosse prestata ad una tale operazione, sia per l’ennesima dimostrazione di scarsa trasparenza nei confronti della sua comunità, sia per la pesante ipoteca che graverebbe sulla città con nefaste ed irreversibili conseguenze sotto il profilo urbanistico e turistico per l’impatto ambientale di una tale soluzione, sicuramente peggiorativa rispetto a quella prevista dal PRG vigente. La città non può più pagare il grave prezzo di scelte operate da enti burocratici con vertici nominati dall’alto e l’ avvallo di amministratori locali , L’Associazione Amici di Milazzo auspica un confronto serio e costruttivo tra le autorità competenti e le competenze esistenti sul territorio affinché le scelte sul futuro di Milazzo siano finalmente la risultante di studi e progettualità rivolte alla crescita armonica di tutta la città. L’Associazione Amici di Milazzo non è certo contraria alla realizzazione del terminal di traghettamento con la Calabria, ma questo non può assolutamente essere localizzato in pieno centro abitato e se uno spostamento è certamente auspicabile è bene che sia attuato nella già “degradata” zona industriale dell’ASI.

Presidente Amici di Milazzo Marino Famà