Dodici posizioni organizzative da 1000 euro ciascuno per un totale di 600 mila euro in quattro anni. Trentacinque mila euro di fondi comunali per pagare l’avvocato Fulvio Cintioli e difendersi contro il consiglio comunale. Circa 40 mila euro destinati ai quattro segretari generali che si sono succeduti, altrettanti 40 mila euro spesi per incarichi esterni (ragionieri generali e dirigenti) che forse non potevano essere nemmeno assegnati in quanto situazione di pre-dissesto. Il presidente del consiglio comunale Saro Pergolizzi, a poche ore dall’insediamento, ha diramato un comunicato di fuoco con cui inaugura la nuova stagione politica dopo il reintegro dell’organo consiliare. Milioni gli sprechi attribuiti all’amministrazione Pino.

Saro Pergolizzi

In attesa della smentita a cui verrà a sua volta replicato con un altra nota dando vita ad un balletto di cifre di cui nessuno avrà mai concreta certezza, ecco la nota di Pergolizzi: “Dodici posizioni organizzative da 1000 euro ciascuno sono dodicimila euro al mese, 150 mila euro l’anno, 600 mila euro in quattro anni – scrive Pergolizzi – Trentacinque mila euro presi dalle casse comunali e quindi dai soldi dei cittadini per pagare l’avvocato Cintioli per difendersi contro il consiglio comunale. Circa 40 mila euro destinati ai quattro segretari generali che dopo un mese sono scappati dal Comune di Milazzo, come altrettanto 40 mila euro li ha buttati assumendo con incarichi esterni ragionieri generali e dirigenti, sapendo di non poterlo fare come la legge prevede in caso di pre-dissesto. Nomina di esperti a titolo gratuito ma con rimborso spese, assessori retribuiti puntualmente per un costo effettivo in quattro anni per circa 500 mila euro per non fare niente. Questa è una parte di milioni di euro che l’Amministrazione regala e continua a regalare a danno del popolo milazzese che lo ricorderà per averlo tartassato e per aver dichiarato il fallimento della città. Una Amministrazione – sosteiene Pergolizzi – che in quattro anni non ha fatto nulla, forse neanche l’ordinario se non distruggere l’immagine della nostra città. La nave è stata buttata sugli scogli sin dall’inizio, mortificandola e uccidendo quanto di buono a Milazzo si era costruito e se oggi sarà disincagliata il merito è di un ostinato consiglio comunale che non si è mai arreso lottando con i propri soldi sino all’estremo per restituire dignità contro chi questa dignità aveva fatto di tutto per calpestarla. Prendiamo atto che i debiti non sono più 60 milioni, bensì 40 e che saranno tutti onorati attraverso la SalvaComuni che il Consiglio comunale ha votato nel dicembre 2012. I precari nulla devono temere perché saranno sempre tutelati perché siamo convinti che assieme agli impiegati di ruolo sono la forza trainante di questo Comune. Fermi i lavori di rifacimento del litorale di Ponente, fermo il Palazzetto dello sport, fermo il progetto di sviluppo per il Castello di Milazzo, fermo il Risanamento ambientale, ferma la cittadella dello sport, fermo lo sviluppo e il completamento del porto. Nessuna nave da crociera in vista, nessun risanamento delle casse comunali, anzi ancora sperpero, nessun progetto per incentivare l’occupazione, soprattutto quella giovanile. Questo il progetto di Pino? E se la Cassazione dovesse riconfermare la verità e quindi dare ragione ai consiglieri comunali chi pagherà i danni causati alla città di Milazzo dall’unico sindaco in Italia che ha voluto dichiarare il dissesto?”.