Riconoscere la cittadinanza italiana per ius soli (diritto del suolo, per il fatto di essere nato sul territorio dello stato) ai figli nati in Italia da genitori stranieri residenti e ai ragazzi arrivati in Italia adolescenti. La giunta municipale al pari di quanto hanno fatto numerose città italiane ha espresso la convinzione della forte necessità di riformare in tempo rapidi la legge di cittadinanza n.91 del 5 febbraio 1992 (che prevede la cittadinanza per ius sanguinis, ovvero il diritto di sangue), votando all’unanimità una delibera in cui viene dato mandato al sindaco di procedere con gli atti necessari al sostegno di questa azione. Non solo. Nella stessa delibera si è sostenuta la necessità di modificare la norma che vuole la presentazione del permesso di soggiorno per la registrazione degli atti di nascita. Questa norma, nel violare la Convenzione Onu sui diritti dei minori.

Stefania Scolaro

“A Milazzo – spiega il vicesindaco e assessore ai servizi sociali Stefania Scolaro – risultano residenti, oltre ai comunitari, ben 751 cittadini extracomunitari. L’analisi dei dati mostra che l’analisi dei dati mostra che sempre più spesso si tratta di un’immigrazione che tende a stabilizzarsi nel tempo, scegliendo il nostro Paese come luogo in cui vivere, lavorare e crescere i propri figli. Queste persone insomma rappresentano ormai una componente fondamentale della società italiana, contribuendo in maniera determinante allo sviluppo economico, sociale e civile del nostro Paese. Da qui la necessità di procedere con tutti gli atti necessari a sostegno del riconoscimento della cittadinanza italiana per ius soli ai figli nati in Italia da genitori entrambi stranieri regolarmente residenti e ai ragazzi arrivati in Italia adolescenti, figli di cittadini non italiani regolarmente residenti, che abbiano qui compiuto un ciclo scolastico; ma anche di attivare ogni utile iniziativa volta a diffondere adeguata informazione circa il percorso per l’ottenimento della cittadinanza italiana presso gli uffici comunali di residenza, entro un anno dal compimento del diciottesimo anno di età”.