L’accusa era di abuso d’ufficio. Secondo la procura avrebbero favorito poco prima del dissesto (e della relativa insolvenza) quattro imprese che sarebbero state pagate dall’ente senza il rispetto del “criterio cronologico imposto dall’ articolo 9 del Dl 78/2009». Ma è stata la stessa Procura di Barcellona a chiedere l’ archiviazione per l’ assessore alle Finanze del Comune di Milazzo, Pippo Midili, e per l’ ex esperto dell’amministrazione, Franco Pino, fratello del sindaco. Come riporta oggi la Gazzetta del Sud, rimane indagata solo la responsabile del servizio di Ragioneria generale, Mariarosaria Rizzotto. Era stata lei in primo tempo ad avere accusato «pressioni politiche» esercitate dai due indagati.

Franco Pino

Il sostituto procuratore Giorgio Nicola, nella richiesta di archiviazione scrive: «Rilevato che la Rizzotto, sentita a sommarie informazioni – prima di essere indagata – aveva evidenziato di avere ricevuto pressioni da parte dell’ assessore Midili per le liquidazioni di fatture senza rispettare il criterio cronologico»; successivamente, invece, – una volta iscritta nel registro degli indagati – la stessa «negava pressioni da parte di soggetti legati all’ Amministrazione o comunque di terzi per la liquidazione di fatture senza rispettare il criterio cronologico».  Dall’ analisi dei tabulati telefonici, in realtà, emergevano contatti immediatamente dopo l’ audizione della Rizzotto a sommarie informazioni, tra la dirigente e Franco Pino. In altri casi tra i legali rappresentanti delle aziende favorite e Franco Pino e tra lo stesso e Rizzotto “in epoca prossima alla liquidazione delle fatture”. Nicola – come riporta la Gazzetta del Sud – evidenzia anche che “le indagini bancarie” che sarebbero state effettuate per verificare eventuali passaggi di denaro tra indagati e ditte che hanno usufruito della precedenza nei pagamenti da parte del Comune di Milazzo, «non avevano dato esito positivo». Per il magistrato che ha condotto le indagini «non sussistono sufficienti elementi per sostenere l’ accusa in giudizio a carico di Francesco Pino, i quanto i meri tabulati telefonici, in difetto di ulteriori elementi, non consentono di sostenere una compartecipazione dello stesso nel reato contestato, atteso altresì che il Pino poteva essersi fatto mero portavoce delle esigenze degli imprenditori, ferma restando l’ esclusiva responsabilità della Rizzotto nell’attività di liquidazione delle fatture secondo l’ ordine stabilito per leg ge». Per il magistrato «non sussistono neppure sufficienti elementi a carico di Giuseppe Midili».