Per giustificare la scelta dell’assessore Dario Russo come personaggio dell’anno da parte di Oggi Milazzo basterebbe solo citare la riapertura del Castello e quello che ha significato per la città, specialmente nel periodo estivo. Ma il “miracolo” dell’assessore al Turismo e ai Beni culturali non è stato l’unico. Il rumore delle porte che si aprono quotidianamente alla cittadella fortificata hanno messo in secondo piano una miriade di iniziative che diventano ancora più rilevanti se si considera che è stato nominato in giunta appena nove mesi fa. In molti casi l’atteggiamento di Dario Russo è quello di un visionario ma poi, come in un puzzle, riesce a mettere le tessere del mosaico al posto giusto dandogli una forma concreta. Ha rinunciato a buona parte dell’indennità per donare un pianoforte al comune; concesso l’ex carcere femminile alle associazioni culturali locali che hanno recuperato la struttura abbandonata trasformandola in un museo etnoantropologico; inserito il teatro Trifiletti nel circuito regionale del jazz; organizzato il primo Forum generale del Turismo per programmare il 2014; dedicato strade a figure importanti del sindacalismo milazzese del 900 come Tindaro La Rosa e Giuseppe Currò; organizzato il primo presepe vivente con 300 figuranti.

Dario Russo

E poi il crocerismo. Nel 2013 ha coordinato l’accoglienza di navi charter della Costa Crociere dando un assaggio di quello che potrebbe avvenire in modo sistematico se Milazzo diventasse uno scalo ufficiale. Proprio questa sarà la carta che si giocherà nel 2014. L’accordo di massina è stato già raggiunto con una compagnia internazionale ma verrà ufficializzato solo quando ci sarà l’accordo nero su bianco. Gesti concreti che lasceranno un segno per gli anni a venire. Senza dimenticare anche il “miracolo” politico: in pochi mesi con il suo operato ha preso l’immagine dell’esecutivo Pino da sotto un treno e l’ha portato a livelli insospettabili. Lui dialoga con tutti, fa organizzare manifestazioni ai “fascisti” ma anche ai “comunisti”. E per di più a costo zero, dimostrando che in molti casi non è una questione di soldi ma di idee, fantasia e capacità di aggregare (vedi la Compagnia del castello e l’insostituibile apporto dell’esperto Tindaro Italiano). Ma il vero successo di Dario Russo è un altro: l’esponente di Sel ha segnato il 2013 perché lascia ben sperare ai milazzesi per il futuro. In un momento in cui la la gente si allontana dalla politica, Russo ha avuto la capacità di gettare il piccolo germe del dubbio. Scalfire la granitica certezza che nella classe politica nazionale e locale non tutti debbano avere obbligatoriamente doppi fini, lavorare per il loro tornaconto, o ricoprire cariche solo per incassare l’indennità. Naturalmente non tutte le ciambelle riescono col buco. La vera forza di Dario Russo – che, ad onor del vero riesce a fare tutto questo solo perché il sindaco Carmelo Pino gli ha concesso carta bianca – potrebbe a lungo andare rivelarsi la sua debolezza. Comincia a dare fastidio concentrare tutti gli sforzi al Castello senza esaltare le altre potenzialità: dal centro storico, che si sente abbandonato, a Capo Milazzo. La richiesta continua di sponsorizzazioni alle aziende del territorio anche per iniziative marginali, inoltre, danneggia coloro che si confrontano con il mercato senza le lettere dell’amministrazione o la telefonata dal comune. Colossale quella – a nostro giudizio – di inutili cartine dedicate ai turisti grandi mezzo metro con i particolari degno di un prg che ha consentito di “rastrellare” migliaia di euro ad una ditta del nord. Quando però si tratta di investire in pubblicità (si favoleggia di otto mila euro solo per pubblicizzare il presepe vivente) le realtà del territorio non esistono, come se fosse scontato esaltare e promuovere le inziative di Dario Russo. Inoltre, si registra anche una sorta di gelosia nei confronti di comitati che operano nella promozione turistica (a cominciare da quello presieduto da Carmelo Formica) come se l’argomento fosse esclusivamente sua prerogativa. Ma anche il “personaggio dell’anno” può sbagliare. D’Altronde, nel 1993, quando ricopriva la carica di assessore nella giunta di Filippo Russo, si racconta che a margine di una seduta consiliare profetizzò che quello sarebbe stato il peggiore consiglio comunale della storia di Milazzo e che mettendo insieme tutti i cervelli dei componenti non se ne faceva uno di un babbuino. Anche in quel caso Dario Russo sbagliò clamorosamente.