Il sindaco Carmelo Pino divide gli ambientalisti. Il primo cittadino, novello paladino dell’ambiente, ieri denunciava il rischio di perdere un finanziamento che consentirebbe alla città di avere una rete di centraline di monitoraggio ambientale, nell’area Tribò, dove dovrebbe sorgere un parco urbano. Sulle parole del primo cittadino di dividono le associazioni: Da un lato il coordinamento ambientale Milazzo – Valle del Mela che diffida la regione a tagliare le somme, dall’altro i Verdi Ecologisti che invitano il sindaco a non fare demagogia e a dimostrarsi interessato ai tempi della salute e ambientali con gesti concreti. “Noi Verdi non siamo d’accordo con quanto detto dal  sindaco Carmelo Pino, invece di preoccuparsi del progetto degli alberi all’interno della Raffineria, un progetto che lascia il tempo che trova perchè  l’inquinamento industriale  non si combatte solo con la riduzione del CO2”, scrivono.

Peppe Marano e Peppe Maimone durante una manifestazione

“Un sindaco che è la massima autorità sanitaria dovrebbe mettere in campo ogni giorno le azioni correttive a tutela della salute pub– continua la nota – noi Verdi ecologisti abbiamo raccolto in piazza centinaia e centinaia di reclami esposti sugli odori molesti della Raffineria di Milazzo eblica  sono stati consegnati al signor sindaco che in qualità di massima autorità sanitaria aveva il dovere di presentare in procura determinate denunce mirate e cautelative per la tutela della salute pubblica. Non abbiamo mai visto il sindaco Carmelo Pino chiedere aiuto alla Regione, allo Stato, non lo abbiamo mai visto in piazza al fianco dei cittadini che chiedevano disperatamente soccorso. I continui episodi delle emissioni fuggitive della Raffineria di Milazzo sono state certificate dalle relazioni Arpa del commissario Cocina a febbraio del 2012, le quali evidenziavano un pericolo per l’incolumità pubblica. Vorremmo sapere quali tipo di comportamenti sono stati adottati  dal sindaco rispetto a quelle relazioni e se mai si è presentato in procura dai magistrati ad evidenziare  e denunciare un allarme giustificato da parte dei cittadini che esasperati restavano chiusi dentro casa per sfuggire a tali emissioni e chiamavano costantemente il centralino del comune. Come Verdi vorremmo conoscere quante denunce per iscritto ha formulato il sindaco agli organi competenti. Un sindaco così come previsto dal testo unico sugli enti locali,a tutela della salute pubblica, non dovrebbe rilasciare concessioni edilizie per l’implementazione di impianti, in carenza dei dovuti controlli e monitoraggi. Un sindaco non dovrebbe accettare opere di compensazioni da parte di chi inquina costantemente in un territorio. Un sindaco oltre alla tutela della salute pubblica dovrebbe garantire la sicurezza del territorio”.

Il coordinamento ambientale Milazzo – Valle del mela, invece, appoggia la posizione del primo cittadino. “Apprendiamo dagli organi di stampa – si legge in un comunicato – che la Regione Siciliana, vuole rivedere il finanziamento per la realizzazione del progetto che prevede l’acquisto di centraline di monitoraggio ambientale, la sistemazione di una vasta area interposta tra lo stabilimento industriale della Raffineria di Milazzo e il centro abitato con realizzazione  di un parco urbano tematico, con sistemazione e mantenimento in sito dei reperti archeologici in atto presenti nel sottosuolo e piantumazione di essenze arboree autoctone ad elevata capacità di assorbimento di CO2”. Il progetto prevede inoltre la ristrutturazione di due edifici di cui uno destinato ad ospitare uffici dell’Arpa dotandoli anche degli strumenti necessari per la loro opera di controllo e vigilanza ambientale. “Non riusciamo a comprendere perché la Regione Siciliana vuole rivedere il finanziamento – dichiara Peppe Maimone, presidente del Coordinamento e dell’Associazione ADASC – Ci viene da sorridere pensando agli “articoloni” giornalistici sui fondi europei non spesi e che le somme devono essere restituite alla Comunità Europea, visto che questo progetto è stata già finanziato con fondi europei.  Riteniamo utile il progetto perché sono state “sottratte” delle aree alla Raffineria di Milazzo, evitando anche ulteriori espansioni, la realizzazione, anche se di piccole proporzioni, di un sistema di monitoraggio ambientale per la qualità dell’area, la realizzazione di una sede dell’ARPA Sicilia sul territorio (utile in caso di eventi straordinari es. 22 novembre 2011), ed il recupero di reperti archeologici”.