Il comitato promotore del Megafono esulta pe ril successo di Milazzo. E apre al Pd e al Movimento 5 Stelle per tracciare un percorso comune. Senza escludere un rapporto con il sindaco Carmelo Pino. “Il buon risultato regionale si legge in una nota stampa – che ribadisce quello delle regionali in un contesto che vede altri partner scivolare inaspettatamente, sale in provincia di Messina verso il 10% (8% in città)».

Massimo D’AMore e Rosario Crocetta

«In questo contesto brilla Milazzo – si sottolinea – che da 484 voti delle regionali (3,8%) tre mesi fa, quadruplica il dato toccando quota 2.121 voti e sfiorando il 14% dei consensi. Un dato straordinario se si tiene inoltre conto che al Senato votano tremila persone in meno rispetto alla Camera o alle Regionali. Va rilevato come lo scostamento percentuale “significativo” che registra “qui” il Megafono rispetto al dato regionale colloca Milazzo come il comune, sopra i diecimila abitanti, col miglior risultato in provincia di Messina. Un dato evidentemente legato, oltre che alla forza del Presidente, alla buona campagna elettorale che ha visto compiere scelte “da molti” giudicate “atipiche” allorquando si è deciso di preferire a Vaccarella e Fiumarella, quartieri ritenuti forse “periferici”, ma con diversi problemi, rispetto alle classiche mete “istituzionali” o “teatrali”.. La risposta è stata eccellente! …il Megafono a Vaccarella raggiunge il 16,5% alla sezione 2 e, addirittura, sfonda a Fiumarella, alla sezione 30, ove risulta primo partito con oltre il 25% delle preferenze. Quando i numeri parlano così chiaramente non è necessario attardarsi troppo. Ora tuttavia si apre una fase nuova – sottolinea la nota – e si deve iniziare a ragionare immediatamente sulla città e i suoi problemi. Se da un lato, infatti, tutti coloro che hanno contribuito al risultato (il comitato promotore, i circoli già nati e quelli in via di definizione) dovranno lavorare per costruire un coordinamento funzionale, dall’altro non è più procrastinabile l’avvio di un dialogo con le altre forze politiche cittadine. Gli interlocutori naturali sono il PD (insieme si arriva al 35% dei consensi) ma anche il Movimento 5 Stelle che con il 24% al Senato e quasi il 30 alla Camera si candida “oggettivamente” ad interlocutore», conclude.